Domenica tutti via dalla spiaggia. La figuraccia davanti a 1300 tra atleti e delegati dei comitati olimpici di 24 Paesi. Un guasto aveva provocato lo sversamento in mare delle acque reflue. Il sindaco a luglio aveva emanato (in sordina) il divieto di balneazione. Solo ora, sull'onda dell'emergenza dei dati Arta, replica pubblicizzando lo stop temporaneo. E tra esposti in Procura e accuse monta la polemica politica
Il mare è inquinato, e i Giochi del Mediterraneo sulla spiaggia devono traslocare. Succede a Pescara, dove si sta svolgendo l’importante manifestazione sportiva cui partecipano 1300 tra atleti e delegati dei comitati olimpici di 24 Paesi (e che è trasmessa in diretta su Rai Sport). Off-limits quasi tutto il mare pescarese per la gara di Aquatlon in programma domenica nel centralissimo “stadio del mare”, il cuore dei giochi: la competizione si svolgerà così al confine con Montesilvano.
L’Arta (Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente) ha comunicato l’esito delle ultime analisi effettuate sul mare della città di D’Annunzio, e il risultato è stato inequivocabile: ben tre punti del litorale risultano inquinati. E a quel punto il sindaco Pd Marco Alessandrini ha emesso (e pubblicizzato) il divieto temporaneo di balneazione. Il primo cittadino tace, al posto suo parla il vicesindaco Del Vecchio: “In pochissimo tempo è stato possibile spostare la sede e allestire un nuovo campo di gara per fare in modo che i Giochi andassero avanti. Questa emergenza ci ha toccati tutti: come amministrazione ci impegneremo ancora di più in futuro affinché il fiume e il mare tornino a non essere un elemento di cui dover diffidare”.
La querelle legata alla salute del tratto costiero pescarese dura da più di un mese e ha infiammato l’opinione pubblica abruzzese. A causa della rottura di una conduttura dell’Asse attrezzato e del conseguente sversamento in mare delle acque reflue (liquami di fogna) del depuratore, a fine luglio il sindaco Alessandrini aveva infatti firmato, ma non reso nota alla popolazione, un’ordinanza di divieto di balneazione. Nessun cartello di bagni proibiti sulla riviera quella volta, “per non creare allarmismo e per non danneggiare il turismo”. Poi il sindaco è partito per le vacanze, e al suo ritorno ha detto: “Nell’acqua di Pescara non c’è il virus Ebola”. Nel frattempo però si era scatenata la battaglia delle opposizioni, 5 Stelle e centro-destra uniti, che hanno presentato due esposti alla procura per verificare la liceità della condotta del primo cittadino.
Sui social network era divampata la protesta di diversi genitori – turisti e residenti – che accusavano la giunta comunale di essere responsabile delle gastroenteriti e delle strane bolle cutanee comparse sui corpi dei loro figli. Dopo un tuffo nel mar pescarese cosparso di colibatteri fecali. La magistratura adesso indaga, e un gruppo di cittadini ha minacciato anche una class action contro il Comune. Molti, per precauzione, sono comunque rimasti a riva. Questa volta il sindaco Alessandrini ha firmato e divulgato subito il divieto di balneazione. E l’eco è stata internazionale.