Neofascisti da una parte, antagonisti dall’altra. In mezzo, una manciata di profughi confinati lassù, nell’ultimo paesello dei monti bresciani. Risultato: la tensione va alle stelle e i pochi ospiti non possono più uscire, neppure a buttare la spazzatura. Perfino a quelle altezze il dramma dei migranti diventa oggetto di tafferugli, fermi e minacce.
A San Colombano di Collio, piccola frazione dell’Alta Valtrompia, da più di due settimane alcuni abitanti, Forza Nuova e il gruppo “Brescia ai Bresciani” organizzano proteste e presidi davanti all’ex albergo “Il Cacciatore”, che ospita attualmente 19 profughi. Una struttura chiusa da tre anni, il cui proprietario ha partecipato al bando per l’accoglienza pubblicato dalla prefettura di Brescia. Il 5 settembre è scattata la reazione del movimento antifascista. Duecento membri dei centri sociali di Brescia insieme ad altri attivisti di estrema sinistra e all’ANPI di Brescia, nonostante la richiesta da parte della Questura di non raggiungere l’ultimo paese della valle, si sono fermati in un piazzale a poche centinaia di metri da San Colombano. Proprio nella frazione montana, sin dalla mattina si trovavano una ventina di militanti di estrema destra, presenti per protestare contro l’accoglienza degli stranieri.
Attorno alle 16.30 un gruppo di attivisti di destra, ai quali si sono aggiunti anche alcuni ultras del Brescia, ha cercato il contatto con una delegazione degli attivisti di sinistra, i quali avevano in precedenza cercato di avvicinarsi all’ex albergo per consegnare abiti e beni di prima necessità come segno di solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo. Carabinieri e Polizia sono intervenuti caricando per tre volte i manifestanti di estrema destra che hanno continuato a intonare cori contro i profughi e gli attivisti dei centri sociali. Non senza fatica, i poliziotti hanno respinto la fazione. Successivamente la Questura di Brescia è riuscita a isolare e a identificare il movimento di violenti, una quarantina di persone in totale, mischiate ad alcuni residenti del luogo. Gli stessi che in settimana, nel corso di una contestazione erano arrivati a gridare: “Bruceremo l’albergo che li ospita”. Tra loro si sono per altro registrati alcuni contusi, anche se nessuno avrebbe poi deciso di ricorrere alle cure sanitarie.
Solo in serata la situazione è poi tornata alla normalità, con San Colombano, piccolo centro di nemmeno cinquecento abitanti, sempre più blindato dalla forze dell’ordine. Da una parte e dall’altra è stata una continua escalation di provocazioni, conclusasi fortunatamente senza alcun scontro tra le due fazioni, ma la tensione nei prossimi giorni è destinata purtroppo a salire. “Chi non ha rispettato le regole, sarà punito”, ha affermato il vice questore vicario di Brescia, Emanuele Ricifari al termine della giornata. Il magistrato ha voluto riferirsi sia agli esponenti di destra che hanno provocato gli scontri, sia agli antagonisti che non hanno rispettato le direttive imposte.
Già il 28 agosto, giorno di arrivo dei migranti nella località turistica bresciana erano incominciate le prime proteste con i residenti subito sul piede di guerra. Nei giorni scorsi la rabbia locale è ulteriormente aumentata, con l’ex albergo, continuamente presidiato dalla Polizia per evitare che qualche facinoroso si avvicinasse. In particolare già nella serata di ieri, sempre davanti all’ex casa di villeggiatura, una trentina di manifestanti targati ultradestra hanno protestato contro gli immigrati, con beceri cori e fumogeni. I profughi cercano di rendersi utili, passano le giornate a pregare e stanno chiusi in casa. L’unica possibilità di evasione all’esterno della struttura era quella di accompagnare i gestori a buttare la spazzatura. Ma dopo questa giornata, forse, non potranno nemmeno concedersi una boccata d’aria.
Cronaca
Brescia, antagonisti al presidio anti-migranti di Forza Nuova e residenti: scontri e cariche polizia
"Bruciamo quell'albergo". A San Colombano di Collio, piccolo centro turistico sui monti bresciani, da due settimane va in scena l'assedio alla struttura in disuso dove la prefettura ospita meno di 20 stranieri. Il 5 settembre duecento membri dei centri sociali hanno raggiunto la struttura per contestare le manifestazioni di protesta dei neofascisti. Gli ospiti bloccati non sono usciti per alcune ore
Neofascisti da una parte, antagonisti dall’altra. In mezzo, una manciata di profughi confinati lassù, nell’ultimo paesello dei monti bresciani. Risultato: la tensione va alle stelle e i pochi ospiti non possono più uscire, neppure a buttare la spazzatura. Perfino a quelle altezze il dramma dei migranti diventa oggetto di tafferugli, fermi e minacce.
A San Colombano di Collio, piccola frazione dell’Alta Valtrompia, da più di due settimane alcuni abitanti, Forza Nuova e il gruppo “Brescia ai Bresciani” organizzano proteste e presidi davanti all’ex albergo “Il Cacciatore”, che ospita attualmente 19 profughi. Una struttura chiusa da tre anni, il cui proprietario ha partecipato al bando per l’accoglienza pubblicato dalla prefettura di Brescia. Il 5 settembre è scattata la reazione del movimento antifascista. Duecento membri dei centri sociali di Brescia insieme ad altri attivisti di estrema sinistra e all’ANPI di Brescia, nonostante la richiesta da parte della Questura di non raggiungere l’ultimo paese della valle, si sono fermati in un piazzale a poche centinaia di metri da San Colombano. Proprio nella frazione montana, sin dalla mattina si trovavano una ventina di militanti di estrema destra, presenti per protestare contro l’accoglienza degli stranieri.
Attorno alle 16.30 un gruppo di attivisti di destra, ai quali si sono aggiunti anche alcuni ultras del Brescia, ha cercato il contatto con una delegazione degli attivisti di sinistra, i quali avevano in precedenza cercato di avvicinarsi all’ex albergo per consegnare abiti e beni di prima necessità come segno di solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo. Carabinieri e Polizia sono intervenuti caricando per tre volte i manifestanti di estrema destra che hanno continuato a intonare cori contro i profughi e gli attivisti dei centri sociali. Non senza fatica, i poliziotti hanno respinto la fazione. Successivamente la Questura di Brescia è riuscita a isolare e a identificare il movimento di violenti, una quarantina di persone in totale, mischiate ad alcuni residenti del luogo. Gli stessi che in settimana, nel corso di una contestazione erano arrivati a gridare: “Bruceremo l’albergo che li ospita”. Tra loro si sono per altro registrati alcuni contusi, anche se nessuno avrebbe poi deciso di ricorrere alle cure sanitarie.
Solo in serata la situazione è poi tornata alla normalità, con San Colombano, piccolo centro di nemmeno cinquecento abitanti, sempre più blindato dalla forze dell’ordine. Da una parte e dall’altra è stata una continua escalation di provocazioni, conclusasi fortunatamente senza alcun scontro tra le due fazioni, ma la tensione nei prossimi giorni è destinata purtroppo a salire. “Chi non ha rispettato le regole, sarà punito”, ha affermato il vice questore vicario di Brescia, Emanuele Ricifari al termine della giornata. Il magistrato ha voluto riferirsi sia agli esponenti di destra che hanno provocato gli scontri, sia agli antagonisti che non hanno rispettato le direttive imposte.
Già il 28 agosto, giorno di arrivo dei migranti nella località turistica bresciana erano incominciate le prime proteste con i residenti subito sul piede di guerra. Nei giorni scorsi la rabbia locale è ulteriormente aumentata, con l’ex albergo, continuamente presidiato dalla Polizia per evitare che qualche facinoroso si avvicinasse. In particolare già nella serata di ieri, sempre davanti all’ex casa di villeggiatura, una trentina di manifestanti targati ultradestra hanno protestato contro gli immigrati, con beceri cori e fumogeni. I profughi cercano di rendersi utili, passano le giornate a pregare e stanno chiusi in casa. L’unica possibilità di evasione all’esterno della struttura era quella di accompagnare i gestori a buttare la spazzatura. Ma dopo questa giornata, forse, non potranno nemmeno concedersi una boccata d’aria.
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Sport
Addio a Pizzul, voce storica delle telecronache della Nazionale. Da “tutto molto bello” a Italia 90, ha rivoluzionato il racconto in tv del calcio
Giustizia & Impunità
Milano e le inchieste sull’urbanistica: il primo arresto. Ai domiciliari ex dirigente: ‘Corruzione e depistaggio’. Domani in Senato l’esame della legge voluta da Sala
Mondo
Trump: “Apprezzo il messaggio di Zelensky in favore della pace, segnali anche dalla Russia”. E insiste: “Prenderemo pure la Groenlandia”
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - "Prima lo stacco di testa imperioso di Bobo Vieri, poi la girata dal limite di Nedved: la voce inconfondibile di Bruno Pizzul accompagnerà per sempre ogni tifoso laziale che ha vissuto la magia della prima Coppa europea conquistata a Birmingham. Addio a un telecronista appassionante e a un giornalista sportivo molto preparato". Così Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d'Italia e presidente del Lazio club Montecitorio.
Tokyo, 5 mar. (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta incontrando il Primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, nel palazzo Kantei, per quello che è l'appuntamento con la valenza più politica della Visita ufficiale che il Capo dello Stato sta effettuando nel Paese del Sol levante e che si protrarrà fino a sabato prossimo.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Addio a Bruno Pizzul. La sua voce inconfondibile ci ha accompagnato per decenni nelle notti del calcio. Da quelle ‘magiche’ della nazionale azzurra ai mondiali del ’90, a quella ‘tragica’ dell’Heysel. Professionale, coinvolgente, pacato. Ci lascia un gigante del giornalismo sportivo e della Rai. Condoglianze alla famiglia”. Così la senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini, responsabile sport del partito.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - La politica trumpiana sui dazi "non ci ha indotto a modificare la nostra strategia. Allo stato attuale, stante la geografia dei dazi, l’impatto sul nostro business è zero’. Così Alessandro Bernini, Ceo di Maire, rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del Capital Market Day 2025, con il quale il Gruppo ha presentato i risultati del 2024 e gli obiettivi per il prossimo futuro alla business community nazionale ed internazionale riunita nell’head quarter milanese dell’azienda.
“Per quello che ci serve in Italia e in Europa - aggiunge - abbiamo una supply chain domestica, con la nostra vendor list italiana che valorizza l’economia del nostro Paese, per quanto ci è possibile”.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Si è spenta per sempre la voce di Bruno Pizzul che ha accompagnato per tanti anni le nostre domeniche di calcio. Con il suo stile inconfondibile di vero professionista del servizio pubblico. Prima Niccolò Carosio poi Nando Martellini e infine Bruno Pizzul. Icone del giornalismo sportivo della Rai e non solo". Lo afferma l'europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del partito.
"Bruno Pizzul -aggiunge- è stato un tifoso della Nazionale, sì, ma mai partigiano. Raccontava il calcio con misura, con un codice di sobrietà e senza cercare di essere protagonista. Niente eccessi, nessuna sciatteria linguistica, solo competenza e passione. Un esempio di giornalismo sportivo che oggi sembra lontano. Che la terra gli sia lieve”.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Assimpredil-Ance Milano e la società immobiliare Abitare In risultano indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'inchiesta milanese sull'urbanistica che ha portato ai domiciliari l'architetto Giovanni Oggioni, in qualità di vice presidente della commissione per il Paesaggio di Palazzo Marino.
In particolare, secondo quanto emerge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, alla società immobiliare viene contestato di "non aver rilevato l'evidente conflitto di interessi tra Oggioni dirigente del Sue di Milano e poi vice presidente delle commissione per il Paesaggio e la figlia (non indagata, ndr) remunerata (circa 124mila euro) quale stabile collaboratrice dell'impresa" dal 2020 a oggi.
Per Assimpredil-Ance Milano, invece, la contestazione riguarda il "non aver rilevato - si legge nel provvedimento - l'evidente conflitto di interessi di Oggioni incaricato di un contratto di consulenza pluriennale del valore di 178.000 euro" (quasi 179mila secondo la cifra indicata nel sequestro preventivo), dal novembre 2021 e ancora in essere. La procura di Milano ha chiesto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro come profitto del reato contestato all'architetto arrestato.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Giovanni Oggioni, l'architetto ed ex dirigente del Comune di Milano finito ai domiciliari per corruzione, falso e depistaggio in un'inchiesta sull'urbanistica, ha usato il suo ruolo di vice presidente della Commissione per il paesaggio di Palazzo Marino, come "cerniera occulta tra l'amministrazione e gli interessi dei privati". Lo sostiene il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini che ha respinto la richiesta del carcere avanzata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. Ne è prova, ad esempio, "l'aver brigato per pilotare le candidature e le nomine dei componenti della commissione per il paesaggio da rinnovare".
Le indagini "hanno disvelato l'esistenza di un consolidato sistema di corruttela commistione tra interessi pubblici e privati, incentrato - tra gli altri - sulla figura di Giovanni Oggioni e la Commissione Paesaggio. In pratica, grazie alla presenza di Oggioni all'interno dell'organismo (interamente composto da professionisti operanti sul territorio di Milano), importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse" scrive il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare. "Tutto ciò era accompagnato da un disinvolto rilascio di titoli edilizi illegittimi, preceduto da mistificazioni e omissioni disseminate in maniera strumentale, nonché da un sistematico aggiramento delle norme morfologiche di settore e delle procedure previste dalla legge per garantire il vaglio da parte della Giunta regionale" si legge nel provvedimento.
Il canale del convenzionamento privato, la manipolazione terminologica, l'istituzione della Commissione Paesaggio e il conferimento a quest'ultima di poteri discrezionali- non previsti dalla normativa primaria e secondaria - hanno stravolto i termini della pianificazione urbanistica meneghina, concentrandola in capo a un ristretto gruppo di potere, assai permeabile alle pressioni delle lobbies costruttrici". Per quanto riguarda Oggioni "il sistema corruttivo è rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza". L'architetto "ha premuto affinché, in occasione del rinnovo della Commissione Paesaggio (insediata il 7 gennaio 2025), venisse data continuità alla linea seguita dalla composizione precedente, ottenendo, nei fatti, che diversi membri (4 su 15, quasi un terzo) venissero riconfermati. Oltre a ciò, si è visto come Oggioni avesse orientato tutte le nomine, attingendo a un bacino di soggetti graditi e in modo tale da estromettere, o comunque arginare, candidature scomode".