Si dicono pentiti e amareggiati per quanto accaduto. Che hanno preso coscienza della gravità dei fatti solo dopo qualche giorno. Giurano che non volevano uccidere anzi uno di loro spiega di essersi sentito strangolare e quindi aver reagito.
In Ucraina è avvenuto il funerale e la sepoltura di Anatolij, l’eroe civile, che sprezzante del pericolo e di fronte all’ennesima violenza perpetuata nell’indifferenza e omertà dei tanti non ha resistito ed è intervenuto trovando un orribile morte sotto gli occhi della sua figlia più piccola che lo accompagnava a fare la spesa. Castello di Cisterna ma soprattutto Napoli deve ripartire proprio dal gesto di Anatolij e della dignità mostrata dalla sua famiglia. Non ha ostentato il dolore, non ha urlato contro le istituzioni, non ha maledetto il giorno in cui hanno scelto di vivere al Sud d’Italia anzi hanno ringraziato le istituzioni, hanno mostrato fiducia negli investigatori, hanno abbracciato i tanti che silenziosamente hanno mostrato solidarietà. E la vedova Nadiya di fronte alla notizia della cattura dei due latitanti ha trovato la forza di rivolgere le ennesime parole di ringraziamento agli inquirenti. Ancora prima era stata la figlia 15enne a leggere un messaggio rivolto a tutti compreso il proprietario del supermercato che si è impegnato a sostenere la loro famiglia e assumere la stessa vedova. Materialmente ad uccidere Anatolij è stato Gianluca Ianuale, nel suo curriculum criminale c’è anche l’aver partecipato a uno stupro di gruppo. Fiancheggiava il fratello Marco Di Lorenzo quasi subito disarmato dal muratore eroe. A quel punto Ianuale, cerca di liberare Di Lorenzo, colpendo Anatolij con dei pugni e ferendolo con il primo oggetto capitato a tiro: la penna della cassiera del supermercato. Il tutto davanti alla figlioletta del 38enne ucraino e all’acquiescenza di almeno sessanta clienti paralizzati dalla paura e dal chi-me-lo-fa-fare. In evidente difficoltà, Ianuale ha impugnato la pistola del fratello ed ha fatto fuoco contro un uomo disarmato. Fotogrammi del terrore fissati con crudezza nei filmati registrati dalle telecamere della videosorveglianza. Anatolij è diventato attraverso il martirio, un simbolo di legalità e ribellione. Il suo gesto ha fatto vergognare i tanti dall’atavico torcicollo del girare la faccia altrove. Non basteranno onorificenze e statue per ripagare il suo sacrificio. Resta la sua famiglia: dignitosa, composta ed esempio di civiltà. Ora tocca allo Stato non tradire la fiducia di questa famiglia e dei tanti onesti. Pene esemplari per questi due farabutti, bamboccioni di camorra, delinquenti irrecuperabili. Nessun pentimento postumo dev’essere accettato, nessuno sconto di pena dev’essere concesso. In queste ore sulla pagina di Fb dell’assassino non mancano i messaggi di solidarietà : “Perchè spingerti a tanto fra’? Ch te mancav ? Mo tutt e cumpagn stann mal pe sta notizia.. T’aspettamm tutt quant” e ancora “Riest semp o cumpagn e bank preferit mi” e “Fratmm mannacci tvb” accompagnati da una pioggia di cuoricini, bacetti e lacrime. E’ la cattiva gioventù che solidarizza senza vergogna con un infame assassino. Si resta senza parole, senza fiato. Lo Stato faccia lo Stato. Nessuna attenuante a due bestie che con viltà, violenza, spregiudicatezza, cinismo hanno ammazzato un padre di famiglia disarmato e che a mani nude difendeva sacrosanti diritti : la legge e la sicurezza. Un omicidio truce consumato davanti a una bimba che adesso ogni sera dalla sua culla guarda quel posto del letto vuoto e aspetta suo padre per il bacio della buonanotte.