“Datemi un po’ di tempo”. Pier Carlo Padoan sale sul carro dell’abbraccio di sabato tra Matteo Renzi e gli imprenditori italiani riuniti a Cernobbio, mettendo la sua faccia sulle promesse fiscali del premier e aggiungendone perfino di nuove. Sulle tasse sulla casa “la penso esattamente come lui”, chiarisce subito. E lancia uno zuccherino a chi storce il naso perché avrebbe preferito un alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese, magari rinfacciandogli di aver detto il contrario fino a poco tempo fa, replica infatti che “sicuramente non si potrà dire che in questa legge di Stabilità taglieremo solo la tassa sulla casa. Stiamo pensando, nell’ambito dei vincoli disponibili, di estendere ulteriori abbattimenti di tassazione a favore della competitività delle imprese”. In ogni caso, è la giustificazione, “non si può dire che tagliare la tassa sulla casa è sbagliato”, dato che “è vero che ha minore impatto sulla crescita, ma le condizioni italiane sono diverse”. Al punto che secondo l’ex capo economista dell’Ocse, nel contesto italiano il funerale dell’Imu ha addirittura “lo stesso equivalente della riduzione delle tasse sui contratti a tempo indeterminato, in quanto si accompagna a un flusso più generale di riforme”. E le coperture? Manco a dirlo dalla solita spending review che per Padoan va privilegiata come fonte di “coperture permanenti e non temporanee”. Chissà se anche su questo punto è d’accordo con Renzi, che soltanto il giorno prima a Cernobbio aveva detto che ritenere che i tagli della spesa possano dare risultati immediati “è una barzelletta”
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