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Angela Merkel incontra sul suo cammino Papa Francesco e da infernale Maga Magò si trasforma in benefica Fata Turchina?

Per un vecchio illuminista l’improvvisa apertura umanitaria cosmopolitica nei confronti dei migranti di questa cancelliera tedesca priva di visione, sinora interessata soltanto ai vantaggi di potere che potevano derivarle dal blandire il proprio elettorato interno, è una bellissima notizia. Specie mentre le tragedie umane si ripetono in sconvolgente crescendo nell’esodo verso l’Europa dei popoli di due continenti.

La qual cosa – tuttavia – non inibisce allo spirito critico del cosmopolita illuministico di domandarsi quali sono le effettive ragioni retrostanti a questa improvvisa presa di posizione, dopo mesi di ostentata indifferenza nei confronti del dramma di terra e di mare in corso. Partendo da una considerazione preliminare: i protagonisti di questa svolta comunicativa sono innanzitutto dei formidabili animali politici.

Lo è Bergoglio, il quale persegue con incrollabile determinazione ed efficacia il riposizionamento di una Santa Romana Chiesa confinata ai margini dal proprio tempo dalle ottusità dei precedenti vertici vaticani. Quelle oligarchie con le gonne impegnate a tutelare il tradizionale ordine gerarchico patriarcale al lumicino concentrandosi sulla liceità o meno dei comportamenti erotici e sulla difesa della famiglia eterosessuale finalizzata alla riproduzione. Il papa argentino – invece – tenta di salvare il salvabile mettendo al centro del messaggio le povertà e la denuncia dei guasti di una finanziariazione mondiale. Con straordinaria efficacia comunicativa (dalla formula “globalizzazione dell’indifferenza” al “chi sono io per giudicare un gay”). Ora mettendo la sua voce stentorea al servizio della causa dei migranti.

E Merkel, lei è diventata improvvisamente sensibile e generosa? Difficile crederci.

Indubbiamente possono giocare un certo ruolo gli interessi dell’industria tedesca ad accogliere nuove “risorse umane” per il suo cospicuo apparato produttivo (argomento che non funziona con David Cameron, visto il grado di de-industrializazione nel Regno Unito). Ma forse le ragioni decisive sono altre, dato che comunque Angela Merkel resta un’inveterata opportunista, con una marcata allergia a prendere decisioni coraggiose. Così come i suoi compagni di strada nel nuovo corso dell’accoglienza: il supercinico Matteo Renzi e il noto spregiatore della povera gente (da lui definita “gli sdentati”) François Hollande.

E allora? Non dimentichiamoci che la “gran capa” tedesca, con l’acquiescenza servile dell’italiano e del francese, è reduce dall’aver strappato le dimissioni ad Alexis Tsipras e rimesso in riga il martoriato popolo greco. Risultato che – per ora – annulla a livello europeo la minaccia rappresentata dall’Altrapolitica, che propugnava un new deal comunitario. Difatti i sondaggi ci dicono che anche Podemos ha risentito della botta ellenica, tanto da non essere più in pool position per le prossime elezioni spagnole.

Stando così le cose, lo scenario di Bruxelles registra un confronto politico ridotto a due soli soggetti: i guardiani del privilegio (nazionale e di classe/Casta), stretti attorno alla leadership germanica, e i nuovi barbari eurofobici; in crescita cavalcando le tematiche terroristiche della xenofobia. Ossia l’internazionale della paura, che annovera oltre Marine Le Pen e il presidente ungherese Viktor Orban, anche il nostro rumoreggiante Matteo Salvini (che non si sa quanto abbia fatto bene i suoi calcoli andando a pestare i piedi a un genio dello star-system quale il papa). Sperando che i giovani pentasellati convincano i vecchi Padri Fondatori dell’opportunità di tenere le distanze da quella brutta compagnia.

Dunque una mossa mediatica che contrappone emozione a emozione, ed ha immediatamente messo in castigo i rigurgiti leghisti di questi mesi per valorizzare nobili sentimenti. Perché ci siamo sentiti tutti più buoni vedendo le migliaia di automobilisti austriaci in viaggio per raccogliere i loro fratelli siriani maltrattati dai brutali poliziotti ungheresi. E questa Europa torna a piacerci. Se non aleggiasse il sospetto di un’operazione gattopardesca. Come sempre sulla pelle dei meschini.

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