Il leader degli U2, dopo il concerto di Torino, ha rilasciato un'intervista alla Stampa. Al centro della chiacchierata i temi di attualità, con uno sguardo particolare al ruolo del Vecchio continente e della Germania nella gestione della crisi umanitaria in corso
“Questa settimana è successo qualcosa di incredibile, l’Europa non è più quella di sette giorni fa e Angela Merkel è diventata un simbolo morale per l’Europa”. Questo uno dei passaggi chiave dell’intervista rilasciata dal leader degli U2 Bono Vox, attivista di numerose campagne umanitarie, intervistato dalla Stampa.
“Alcune settimane fa – spiega Bono – si diceva Merkel fosse troppo dura con la Grecia, ora ha completamente ribaltato la propria immagine, nel senso dell’accoglienza. E i tedeschi si sono dimostrati molto più avanzati e aperti dei loro concittadini europei. Le immagini che abbiamo visto, con i bambini che portavano i loro orsacchiotti ai piccoli siriani, i genitori che donavano cibo e vestiti, resteranno nella storia d’Europa”.
“Questi – aggiunge il cantante – sono momenti che non verranno dimenticati. Potremmo davvero essere a un punto di svolta per quel che l’Europa vuole essere nel Ventunesimo secolo”. In sostanza secondo Bono, l’emergenza profughi è l’occasione per il vecchio continente di fare un salto di qualità: “L’Europa è un pensiero che deve diventare un sentimento. È un concetto freddo, qualcosa che impariamo a scuola, sentiamo nei telegiornali, ma dentro non ci sono cuore e sangue. Questa è la nostra opportunità di mostrare al mondo e a noi stessi quel che l’Europa deve essere”.
Nella stessa intervista il musicista irlandese ha definito Papa Francesco come un poeta: “Lo è con le parole e con i simboli. Sono felice di poter provare a lavorare con lui come facemmo nella campagna sulla cancellazione del debito con Giovanni Paolo II che mostrò una leadership incredibile. Questo Giubileo sarà di nuovo un fenomeno mondiale. È il Giubileo della Misericordia, che può essere un concetto astratto, ma la misericordia articolata in azioni di cambiamento, delle persone e della politica può fare la differenza”.