Politica

Renzi, di’ qualcosa di sinistra

Renzi 675

Il mio recentissimo post su Renzi dal titolo “Renzi vende fumo, ma vuole la maglia rosa”  ha scatenato (come era prevedibile) un bel po’ di commenti spesso in antitesi tra di loro, come purtroppo è diventata la norma quando si parla di politica, perché il pubblico trova più agevole dividersi in tifoserie: quelli che sono a favore del personaggio accettano tutto, quelli che sono contro accettano niente. Che è sostanzialmente la cosa più sbagliata da fare perché tutti fanno qualcosa di buono e tutti fanno qualcosa di sbagliato.

Così è anche per Renzi. Ma il punto, nei miei articoli sul suo operato non è su quanto di buono lui faccia, o vorrebbe fare (elemento questo estremamente soggettivo in chi partecipa alla discussione). Il punto è se lui fa quello che dovrebbe fare.

Non si può infatti dimenticare che è tuttora a capo del Pd erede del partito comunista italiano, cioè il partito dei lavoratori, quello che viene ancora identificato (per semplificare) come la “sinistra” italiana.

Ma Renzi è di sinistra? Le sue riforme sono di sinistra? Non c’e niente veramente di “sinistra” nelle sue riforme.

Puo essere definito di “sinistra” il Job Acts che, insieme a qualche semplificazione nelle regole per le assunzioni cancella una regola di tutela fondamentale dello Statuto dei lavoratori, che durava da quarant’anni e tutti i governi di destra (compreso quelli di Berlusconi) hanno ripetutamente tentato di cancellare senza riuscirci mai?

Il Jobs Act è una chiara riforma di destra. Possiamo vederla tuttalpiù come destra illuminata, ma sempre “destra” è, non certo “sinistra”.

La proposta di cancellare la tassa sulla casa e, in generale, le altre tasse, che lui continua a proporre ogni giorno con grande impeto oratorio, cos’è se non il classico “cavallo di battaglia” di tutte le destre del mondo?

Ci era già passato Berlusconi prima di lui, fallendo in definitiva l’obbiettivo. (Però come “amo” elettorale ha funzionato, perché Berlusconi quelle elezioni le aveva vinte, anche se di poco). Voglio dire con questo che Renzi si sta preparando alle elezioni? Non lo so, ma è probabile. Comunque, benché una riduzione delle tasse possa piacere nell’immediato anche a chi vota a sinistra, è la classica riforma che vogliono le destre (è così anche in America!).

La sua riforma elettorale, l’Italicum, si accoppia perfettamente al Porcellum, il fiore all’occhiello della destra berlusconiana (accettata troppo a lungo anche da una sinistra cialtrona che ne condivideva l’utilità partitocratica).

Le riforme alla Costituzione che lui propone … non sono nemmeno da destra moderata, ma proprio da destra quasi totalitaria. Vorrebbe cancellare il Senato della Repubblica per sostituirlo con un pastrocchio utile solo a garantire un gran numero di poltrone a personaggi non eletti dal popolo ma nominati da loro i “prìncipi della partitocrazia”.

Quali sono le riforme che vorrebbero quelli che votano a sinistra? Bisogna andare in Svezia per vederle ormai. Sono le garanzie di uguaglianza e le tutele di chi non ce la fa: lavoratori, ammalati, pensionati, ecc. Sono già troppe quelle che abbiamo? Facciamo finta che sia vero, ma allora cosa fa un vero governo di sinistra? Fa di tutto per farle funzionare meglio con gli stessi soldi, non di tutto per eliminarle e sostituirle con privatizzazioni, che sono (ancora una volta) la classica ricetta di destra.

Eppure io sono un grande ammiratore di Renzi come politico. E’ giovane, pieno di energia, è un abilissimo oratore, capace di affrontare argomenti complicatissimi con una naturalezza disarmante. Difficilissimo fargli domande cui non sappia rispondere con prontezza e agilità verbale. Non legge mai i suoi discorsi ma li prepara a memoria (perché sa perfettamente ciò che vuole dire) e tiene a tiro, consultandola di tanto in tanto, soltanto una semplice “scaletta degli argomenti”, come fanno tutti gli oratori più qualificati. Chiaro che un tipo così è dotato di una intelligenza superiore alla media, non solo di quella popolare, ma anche di quella delle nostre “eccellenze”.

Ma avere una intelligenza superiore non basta per qualificare un personaggio come popolare, e tantomeno di “sinistra”.

Quello che vuol fare Renzi non è di sinistra, è di destra ed è persino troppo anche per una destra moderata.

Sono passati tanti anni ormai da quando Nanni Moretti sgridava D’Alema sollecitandolo a dire “qualcosa di sinistra” (Moretti, se ci sei batti un colpo!) Adesso Renzi lo ha “rottamato” (insieme a tutta la vecchia dirigenza) perchè troppo di sinistra!

Il Partito Democratico deve giustamente essere orgoglioso di avere un’eccellenza come Renzi al suo vertice, ma adesso deve decidersi se vuole ancora essere un partito di “sinistra”, e quindi costringerlo a politiche più coerenti ai suoi ideali anche storici, o se cambiare definitivamente pelle. Molti elettori hanno già capito la svolta, gli altri non tarderanno a farlo.