La multinazionale Techint, che fa capo alla famiglia Rocca, è coinvolta nell'inchiesta della Procura di Milano per presunta corruzione internazionale che già coinvolge Saipem, accusata di aver pagato mazzette per aggiudicarsi contratti da Petrobras
La multinazionale Techint, che fa capo alla famiglia Rocca, è coinvolta nell’inchiesta della Procura di Milano per presunta corruzione internazionale in Brasile che già coinvolge Saipem. Il gruppo presieduto dal numero uno di Assolombarda, Gianfelice Rocca, è stato iscritto nel registro degli indagati dopo che, lo scorso 13 agosto, i pm titolari del fascicolo hanno incaricato il Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano di perquisire la sua sede e quella di Saipem. Quest’ultima, parte del gruppo Eni, ha a sua volta ricevuto un’informazione di garanzia e le viene contestato il pagamento di tangenti per aggiudicarsi un contratto assegnato nel 2011 dalla brasiliana Petrobras.
Saipem aveva fatto sapere di “non aver ricevuto notifiche al riguardo dalle autorità giudiziarie brasiliane” e di aver appreso “solo a mezzo stampa nel mese di giugno 2015” che il contratto era “oggetto da parte delle autorità giudiziarie del Brasile di indagini nei confronti di alcuni cittadini brasiliani tra i quali anche un ex collaboratore di Saipem do Brasil”.
Petrobras è dal 2014 al centro di una maxi inchiesta brasiliana, battezzata ‘Lava jato‘ (autolavaggio), che ruota intorno a ipotesi di corruzione in cambio di appalti miliardari. Tra le cinque persone accusate di corruzione e riciclaggio dalle autorità brasiliane figurano l’ex rappresentante di Saipem in Brasile, Joao Antonio Bernardi Filho, e il precedente capo dell’engineering di Petrobras, Renato Duque, finito in carcere.