L'accusa di Fraccaro contro l’organismo della commissione Affari costituzionali della Camera: doveva produrre in tempi rapidi un testo base da spedire in Aula. Ma dopo una decina riunioni è ancora nulla di fatto. Critiche anche da Sel. Costantino: “Ritardi inaccettabili, è una presa in giro”
Matteo Renzi l’aveva promessa nei primi cento giorni del suo governo. La ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, si era impegnata a portarla in Aula entro giugno di quest’anno. Eppure, ad oggi, della legge sul conflitto d’interessi non c’è traccia. Nonostante la bocciatura da parte del Consiglio d’Europa della legge attuale firmata dall’allora ministro Franco Frattini e la richiesta di una riforma “sul modello anglosassone” arrivata dal presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella. Non solo: sul comitato ristretto della commissione Affari costituzionali della Camera e composto da un esponente di ciascuna forza politica rappresentata a Montecitorio, nato con l’intento di accorciare i tempi e mettere a punto un testo da spedire il prima possibile in Assemblea, pende una richiesta di “scioglimento per inerzia” formalizzata dal Movimento 5 Stelle. Richiesta analoga, peraltro, a quella annunciata proprio a ilfattoquotidiano.it dalla deputata di Sinistra Ecologia Libertà Celeste Costantino.
ENTE INUTILE Secondo l’opposizione si tratta di un “ente inutile” da sopprimere “perché ha finito per trasformarsi, seduta dopo seduta, in una specie di circolo degli alcolisti anonimi dove però nessuno smette di bere”, ironizza il grillino Riccardo Fraccaro. Oltre a lui del comitato fanno parte Andrea Mazziotti (Scelta Civica), Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), Francesco Sanna (Partito democratico), Cristian Invernizzi (Lega Nord) e la vendoliana Costantino. “Dopo una decina di riunioni, l’unico testo scritto è quello messo a punto dal M5S come base di partenza per la discussione mentre da Pd e FI, veri artefici del fallimento di questa iniziativa, non è stata messa per iscritto neppure la nozione di conflitto d’interessi – prosegue il segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera –. Costatato, quindi, che ci troviamo di fronte all’ennesima fregatura: perciò ne abbiamo chiesto lo scioglimento”.
Insomma, secondo Fraccaro, si è trattato di una vera e propria operazione di sabotaggio. “Approfittando del carattere informale del comitato e del fatto che, di conseguenza, tutte le riunioni si svolgevano senza un resoconto – conclude Fraccaro – Pd e Fi hanno rinviato e rimandato la discussione limitandosi a produrre solo aria fritta, discorsi al microfono mai verbalizzati e, dunque, assolutamente inutili”.
LETTERA MORTA Duro anche il parere di Costantino. “I ritardi accumulati sono inaccettabili – attacca la deputata di Sel – Come forza politica non ci siamo limitati a presenziare alle riunioni del comitato ma abbiamo fatto pervenire agli altri componenti diversi materiali utili a portare avanti la discussione, senza però ricevere alcun feedback”. Insomma: “Una presa in giro”. Inoltre, ricorda Costantino, “da inizio legislatura Sel ha presentato due proposte sul tema: una che prevede la modifica dell’articolo 54 della Costituzione e un’altra ancora più stringente che, per esempio, interviene anche nel caso in cui l’interesse economico privato del coniuge o di un parente del titolare di una carica pubblica possa condizionare l’esercizio delle sue funzioni”. Entrambe, però, sono finora rimaste lettera morta. “Vista la situazione – conclude la deputata di Sel – mi sembra di capire che non ci sia la voglia di produrre un testo condiviso. Per questo se alla prossima riunione, come crediamo, non ci sarà alcuna inversione di tendenza, tireremo le somme”.
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