"Soldi entro 7 giorni o passiamo alle vie legali". Su un bilancio da 4 milioni di euro il Comune di Morazzone (Varese) doveva ricevere un trasferimento da 600 mila euro. Di questi ne sono arrivati solo 4 mila. Ora Il sindaco vuole promuovere un'azione per tentare una compensazione con l'Iva dovuta
“Mettiamo in mora lo Stato”, questa la pazza idea del piccolo comune di Morazzone, in provincia di Varese. A sostenerla è il sindaco Matteo Bianchi, segretario provinciale del Carroccio, che mette le mani avanti e spiega: “Non vogliamo fare una pagliacciata, la nostra è un’iniziativa seria e vogliamo convincere anche altri comuni a seguire la strada che stiamo preparando”.
Effettivamente, fermandosi alla superficie, potrebbe sembrare una di quelle boutade fatte tanto per sollevare un po’ di polvere e conquistare qualche titolo di giornale. Ma la questione è troppo seria per non cercare di comprendere cosa ci sia sotto, soprattutto in questi giorni, caratterizzati dagli annunci del premier Matteo Renzi che promette di tagliare le tasse e rifondere i comuni dei mancati introiti: “L’idea – spiega il sindaco – è scaturita dalla magra constatazione fatta al rientro delle ferie, quando ho incontrato il responsabile della ragioneria del comune e abbiamo visto che la liquidità di cassa era in sofferenza”. Una difficoltà non dovuta alla mala gestione delle finanze da parte dell’ente locale: “I nostri incassi sono in linea con le previsioni e i nostri pagamenti sono tutti in regola. A mancare sono i trasferimenti dello Stato: dei circa 600 mila euro che ci sono stati promessi all’inizio dell’anno, ad oggi abbiamo ricevuto solo 4 mila euro“.
I trasferimenti dello Stato, come facilmente immaginabile, sono essenziali per la vita di questo come degli enti locali: “Abbiamo un bilancio da 4 milioni, ovviamente 600 mila euro sono una cifra vitale per noi, tant’è che essendoci stati promessi ufficialmente, sono stati iscritti a bilancio e abbiamo già iniziato a spenderli“. Soldi virtuali, che lo Stato non ha ancora fisicamente trasferito ai comuni: “In passato questi soldi arrivavano in due o tre tranches, quest’anno invece nulla e quando chiamiamo il ministero non riceviamo mai una risposta concreta”. Da qui l’idea di scrivere una lettera con cui sollecitare il trasferimento dei fondi, pena la messa in mora: “Abbiamo dato sette giorni di tempo al ministero, dopodiché daremo incarico a dei legali per formulare una proposta seria”.
Non è (ancora) il caso di Morazzone, ma ci sono comuni che hanno già dovuto attingere a fidi bancari per sostenere i pagamenti: “Non voglio arrivare a dover pagare interessi passivi per colpa dello Stato che non mi restituisce soldi dovuti – continua Bianchi – ecco perché proporremo di trattenerci l’Iva”. I comuni, infatti, sono tenuti al pagamento dell’Iva sulle forniture, cifre consistenti che ogni anno transitano dalle casse comunali a quelle dello Stato. Da qui la strategia di Matteo Bianchi: “La compensazione tra Comune e Stato non è ammessa se non in caso di comprovate difficoltà. Noi vorremmo ovviamente evitare di ricevere un accertamento dell’Agenzia delle entrate (e il conseguente danno erariale) ecco perché ci siamo affidati a dei legali che cercheranno di rendere concreta questa possibilità”.
“Nella nostra battaglia vorremmo coinvolgere tutti i comuni a guida leghista in Lombardia” ha detto Bianchi, lamentando poi la latitanza dell’Anci: “Nelle nostre condizioni ci sono tutti i comuni, di tutti i colori politici, ma l’Anci non sta facendo quasi nulla per tutelarci da questo punto di vista”