“No al numero chiuso, no al test lotteria” con questi cartelli stamattina dinanzi alla facoltà di medicina della Sapienza di Roma, Link e Udu, la rete degli studenti medi e l’unione degli universitari, hanno protestato contro il numero programmato. Cinquemila e ottocento iscritti per 900 posti in palio, il sogno di fare il medico non è per tutti. “Vogliamo un’Università libera non classista, il quiz è iniquo, le modalità d’accesso fallaci, lo dimostrano i ricorsi a cascata dell’anno scorso, un sistema che arricchisce soltanto le tasche di chi organizza i corsi di preparazione dal costo medio di circa 2 mila euro” raccontano i manifestanti. “Non è inoltre salutare, selezione un numero di medici inferiore alle necessità del sistema sanitario nazionale”, aggiungono i ragazzi di Link. Di diverso avviso il rettore Eugenio Gaudio: “Il test è perfettibile, ma con il numero programmato le performance accademiche sono nettamente migliorate, troppi medici inoccupati sono un danno per tutti” afferma. In attesa dell’inizio del test incontriamo tanti volti preoccupati e speranzosi. Tra i banchi dell’aula c’è chi è al suo secondo, terzo tentativo, chi è matricola della primissima ora: “E’ davvero una lotteria, il programma da studiare è infinito, nel caso si ritenta il prossimo anno” dicono in tanti di Irene Buscemi
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