C’è una crono da fare, una sola, che sembrava non dovesse essere decisiva in una Vuelta con 9 arrivi in salita e invece peserà. I 38,7 chilometri di Burgos, praticamente piatti, arrivano dopo un giorno di riposo, utile a smaltire le fatiche dopo tre giorni di salite. A una settimana dal termine i pretendenti alla maglia rossa sono rimasti quattro, nell’ordine: Joaquin Rodríguez, Fabio Aru staccato di 1”, Rafa Majka a 1’35”, e Tom Dumoulin a 1’51”. L’olandese della Giant-Alpecin è il più forte dei quattro, potrebbe anche vincerla questa cronometro lui che è uno specialista e in teoria è colui che beneficerà maggiormente del giorno di riposo. Dumoulin ovviamente darà tutto per provare a sfilare la maglia a Rodríguez e accumulare anche qualche secondo da difendere nelle restanti tappe dove si sale ma non troppo. Anche il polacco Majka dovrebbe limare il ritardo da “Purito” e quasi certamente sarà più vicino alla testa della classifica al termine della crono.
Fabio Aru non è in una posizione comoda, mantenere la maglia rossa gli avrebbe permesso di correre sui tempi dello spagnolo che già non partiva battuto col sardo, anzi. Nelle due prove a cronometro della Vuelta 2014 Aru ha sempre perso secondi: A Borja dopo 36,7 chilometri 14 secondi, a Santiago de Compostela 33” in soli 9,7 chilometri. Era una Vuelta dove Rodríguez e Aru avevano uno stato di forma simile, infatti, conclusero rispettivamente quarto e quinto divisi da 1’ e 23”, quindi il paragone con oggi ci sta. Fabio Aru parte battuto? Non credo che il sardo molli così facilmente e sa bene che la sfida non è a due ma a quattro e tutti ancora a caccia della prima corsa a tappe della carriera. Limitare i danni per provare a farne nelle tappe conclusive, questo l’obiettivo di Fabio. Secondo me al termine della crono i quattro saranno racchiusi in un minuto e potranno dar vita a un finale entusiasmante per una Vuelta che, non me ne voglia qualcuno, risulta sempre più spettacolare e intensa, più del Giro d’Italia. Tornando alla corsa, ci sono uno spagnolo, un italiano, un polacco e un olandese: sembra l’inizio di una barzelletta ma non lo è, qualcuno riderà anche, ma solo chi vestirà la maglia rossa finale domenica 13 settembre a Madrid.