La surreale storia è avvenuta in Inghilterra a Willaston, nel Cheshire, dove Gayle Newland è sotto processo presso la Chester Crown Court per cinque capi di imputazione, che lei nega, avvenuti tra febbraio e giugno 2013
Fa sesso bendata con un uomo conosciuto su Facebook, poi scopre che in realtà era una vecchia amica che utilizzava un pene finto modello strap-on. La vicenda è finita in tribunale dove una donna inglese ha denunciato la 25enne Gayle Newland per violenza carnale, in quanto il rapporto messo in quei termini non era per lei stato fatto da persona consenziente. La surreale vicenda è avvenuta in Inghilterra a Willaston, nel Cheshire, dove la Newland è sotto processo presso la Chester Crown Court per cinque capi di imputazione, che lei nega, avvenuti tra febbraio e giugno 2013.
La presunta vittima, rimasta tutt’ora anonima, ha ricevuto una richiesta di amicizia su Facebook nel 2011 da un certo Kye Fortune. I due cominciano a comunicare dapprima in modo saltuario, poi il rapporto si intensifica tra chat e qualche telefonata, fino agli incontri occasionali in alcuni alberghi che sembrano essere addirittura cinque. Fortune/Newland avrebbe subito spiegato all’amica ritrovata online che era stato coinvolto – usiamo il maschile, of course – in un incidente d’auto dopo che, oltretutto, i medici gli avevano trovato un tumore al cervello. Non si capisce bene come la querelante creda senza dubbio alcuno a questa serie di disgrazie; fatto sta che gli incidenti e la malattia servono a Fortune/Newland per crearsi un’identità sì maschile, ma che una volta verificata di persona, possa rimanere comunque segreta. All’inizio delle telefonate l’uomo che si rivelerà una donna, spiega all’amica che si sta sottoponendo ad un invasivo trattamento medico in ospedale e che non sta abbastanza bene per vederla. La neonata coppia si sente così molto spesso al telefono, e la donna commenta di fronte agli inquirenti che la voce del presunto uomo diventato amico era “piuttosto acuta”.
Passa qualche mese e Fortune/Newland sembra stare meglio così spiega alla donna di averlo aiutato a superare la sua malattia. “E’ un segno, dovremmo sposarci, dovremmo avere figli e fare tutto quello che fanno le coppie normali”, avrebbe detto la 25enne con dildo, secondo la testimonianza della querelante. I due cominciano a incontrarsi di persona in un hotel di Chester per alcuni mesi. Alla prima occasione però, il colpo di scena, modello 50 Sfumature di grigio: la Fortune/Newland si nasconde in bagno e attraverso la porta chiede alla querelante di indossare una benda perché era “preoccupato per il modo in cui la donna l’avrebbe potuto guardare”, visto che l’uomo “camminava male per via dei danni ai nervi e ai muscoli”.
La donna che si è rivolta alla polizia inglese nella sua testimonianza dice di aver indossato subito la benda che era sul letto, una maschera da sonno e una sciarpa prima di iniziare il rapporto sessuale con il partner. Compagno/a che finito l’amplesso scappa via sostenendo di avere un’importante seduta di cure in un ospedale privato a Manchester. Gli incontri sempre con lo stesso rituale continuano, almeno altre 4 volte, senza che la vittima si accorga del gommoso dildo, del cinturino attorno alla vita e delle fattezze femminili dell’accusata che, come si vede dalle foto di molti tabloid inglesi, sembra essere una ragazza abbastanza in carne. Al quinto incontro accade l’irreparabile. La donna è sdraiata sul letto e Gayle Newland è in ginocchio davanti a lei. “Mentre stavamo facendo sesso ho afferrato la nuca del mio partner e in mano mi è rimasto qualcosa. Ho come avuto un presentimento, e la mia mente mi ha detto di togliermi la banda. Quando l’ho fatto mi sono ritrovata davanti agli occhi Gayle e non ci potevo credere”. La Newland si sarebbe messa una mano davanti al viso come per proteggersi, bofonchiando qualche parola, “Non è quello che pensi”. Ora, la ricostruzione dell’intera vicenda è al vaglio dei giudici. Potremmo essere di fronte al primo caso di violenza carnale da parte di un uomo che invece si rivela una donna. Di una cosa siamo però certi: le amicizie su Facebook è meglio verificarle fin nei minimi particolari.