Articolo 21 ci sarà alla “Marcia degli scalzi” che si svolgerà venerdì a Lido di Venezia. Donne e uomini, diversi e differenti per credo politico e religioso, si incontreranno per recarsi sino alla Mostra del cinema e portare un messaggio contro i muri, le intolleranze, gli integralismi, gli oscurantismi. Sul loro percorso incontreranno non pochi dei protagonisti del cinema internazionale e nazionale, perché chi lavora con le parole, con i segni, con l’immaginario, non può che odiare i muri, le barriere, tutto quello che ostacola la libera circolazione delle idee, delle esperienze, delle differenze.
Non sarà una generica marcia di solidarietà, ma sarà supportata dalla richiesta di aprire un canale umanitario, di soccorrere chi rischia la vita, di riconoscere il diritto d’asilo a chi scappa dalle guerre e dal terrorismo, di porre fine al commercio delle armi che, per altro, ci vede tra i principali produttori ed esportatori.
Come Articolo 21 ci saremo perché è giunto il momento di rialzare la testa e di contrastare chi continua ad alimentare l’industria della paura e fomenta l’odio, anche sulle piazze mediatiche, con la compiacente partecipazione di chi “aizza la gente” e indirizza il malessere sociale verso il nuovo nemico: lo straniero. Dare conto del malessere sociale e delle paure è doveroso, amplificare in modo complice le urla di chi vuole “impalare i diversi.. bruciare gli ebrei…sparare ai migranti…cacciare i profughi…affondare i barconi…costruire i muri…tassare i gay..” è invece una scelta sciagurata e che può e deve essere contrastata, anche dentro le redazioni.
Dal momento che i razzisti sono sempre in tv e occupano consistenti fette del palinsesto, osiamo sperare che la marcia degli scalzi abbia quanto meno lo stesso spazio mediatico concesso agli industriali dell’odio e al clan Casamonica.