Non sarà una generica marcia di solidarietà, ma sarà supportata dalla richiesta di aprire un canale umanitario, di soccorrere chi rischia la vita, di riconoscere il diritto d’asilo a chi scappa dalle guerre e dal terrorismo, di porre fine al commercio delle armi che, per altro, ci vede tra i principali produttori ed esportatori.
Come Articolo 21 ci saremo perché è giunto il momento di rialzare la testa e di contrastare chi continua ad alimentare l’industria della paura e fomenta l’odio, anche sulle piazze mediatiche, con la compiacente partecipazione di chi “aizza la gente” e indirizza il malessere sociale verso il nuovo nemico: lo straniero. Dare conto del malessere sociale e delle paure è doveroso, amplificare in modo complice le urla di chi vuole “impalare i diversi.. bruciare gli ebrei…sparare ai migranti…cacciare i profughi…affondare i barconi…costruire i muri…tassare i gay..” è invece una scelta sciagurata e che può e deve essere contrastata, anche dentro le redazioni.
Dal momento che i razzisti sono sempre in tv e occupano consistenti fette del palinsesto, osiamo sperare che la marcia degli scalzi abbia quanto meno lo stesso spazio mediatico concesso agli industriali dell’odio e al clan Casamonica.