Quello che è successo pochi giorni fa a Hegyeshalom, alla frontiera austroungarica, con cortei di auto pronte a trasportare i profughi, con centinaia di austriaci (volontari e non) che hanno sfidato la polizia di Orban (e rischiato l’arresto) per portare aiuto e sostegno a migliaia di persone in fuga da guerra e fame, dimostra che sta cambiando qualcosa nella percezione collettiva. L’umana condivisione dà più forza della paura, e nel caso di emergenze epocali (ed esodi biblici) la solidarietà rimane l’unica strada da percorrere. Perché coi muri (reali e metaforici) non si risolve nulla, insomma non è negando un problema che lo si supera. Siccome non tutti se la sentono di accogliere un rifugiato, siccome non sempre si ha la forza di cambiare abitudini e priorità per assecondare le esigenze altrui, vorrei parlare in questo post di Donaction. Una piattaforma che dà la possibilità a ognuno di noi di trovare il progetto che sta cercando e di sostenerlo. Donaction è una Onlus che nasce dall’esperienza di un gruppo di giovani attivi nel campo della cooperazione internazionale che si sono resi conto di quanti progetti stentino a decollare a causa della mancanza di visibilità. E che hanno trovato nel web uno strumento efficace, che può moltiplicare i vantaggi e benefici del mondo non profit.
L’idea da cui parte il progetto Donaction è quella di una community multimediale in cui far incontrare tutte le organizzazioni in cerca di finanziamenti e metterle in contatto con una rete di aziende e singoli donatori a cui far conoscere la propria attività e da cui ricevere sostegno.
Cliccando su ‘come funziona‘ si conoscono i progetti delle associazioni in ogni parte del pianeta, si può esplorarli sulla mappa, scegliere l’area di intervento, e partecipare in prima persona, seguendo passo dopo passo il loro sviluppo.
Le modalità di donazione sono due: si può sostenere una campagna di crowdfunding o una singola azione. Nel primo caso ogni associazione stabilisce il budget e il tempo necessario per realizzare un progetto; nel secondo caso c’è una donazione per ogni singola azione (con la certezza di essere impiegata immediatamente). Volete un esempio concreto? Nella campagna “Dona un vaccino ad un bambino”, se donano 10 utenti, 10 bambini saranno vaccinati.
Infine se amate il cinema andate a vedere La Bella gente di Ivano De Matteo, una storia che indaga su uno dei maggiori mali del nostro tempo, l’individualismo. Perché in questo film, dove è descritta una buona azione partita con le migliori intenzioni e degenerata poi in meschinità assoluta, si analizzano con lucida asprezza i limiti di una solidarietà di facciata, indispensabile per ottenere la patente buonista che fa viaggiare nel vasto (e vago) mondo della sinistra radical chic. Proprio per ovviare conversioni troppo facili e ripensamenti nocivi, credo sia necessario, anche nel volontariato, trovare il proprio talento autentico, la propria cifra per dare e spendersi. Perché le azioni che ci vengono meglio, che producono energia e irradiano positività, nascono dalla passione e non dalle ideologie.