Il numero uno dell'Anci chiede al governo di avviare un "immediato confronto". Obiettivo, la "copertura integrale delle entrate che verranno abolite, irrinunciabile per assicurare i servizi ai cittadini” e evitare eccessiva pressione fiscale sugli altri immobili. Intanto però il sindaco di Padova Bitonci accusa l'associazione di essere "inutile e costosa" e se ne va
“Avvio immediato di un confronto governo-Anci per trovare insieme le soluzioni che consentano di definire le modalità di abolizione della Tasi“. A chiederlo è il presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Piero Fassino, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Che tre giorni fa ha garantito la “restituzione” ai sindaci delle somme che perderanno se il governo manterrà la promessa di cancellare le tasse sulla prima casa. Il sindaco di Torino auspica “un impegno congiunto per garantire una informazione corretta e veritiera da parte di tutti sui dati finanziari e sul quadro generale di base” e chiede nero su bianco al governo di “concordare che con la legge di Stabilità non ci siano ad altro titolo riduzioni di risorse in termini di tagli palesi o occulti”.
Nella missiva, Fassino ricorda che “l’Anci nelle settimane trascorse ha evitato di prendere parte al dibattito mediatico sulla Tasi. Consapevoli della complessità e delicatezza del tema, abbiamo invece richiamato la massima attenzione sull’esigenza di garantire ai Comuni la copertura integrale delle entrate che verranno abolite, condizione irrinunciabile per assicurare i servizi ai cittadini”. Ma adesso, in vista dell’avvio del nuovo regime, sono necessarie “scelte di base necessarie e discriminanti per elaborare il nuovo assetto e per procedere rapidamente nella condivisione dei singoli aspetti di merito”. Fassino ne elenca alcune: “Corretta individuazione delle annualità di riferimento per la quantificazione dei gettiti aboliti; condivisione del totale da compensare integralmente, che a una prima stima appare non inferiore a 5 miliardi; necessità di contenere il rischio di una eccessiva pressione fiscale sugli altri immobili ed in particolare quelli produttivi; assicurare un sistema di compensazione e riequilibrio fra i Comuni che superi i meccanismo di trattenute del gettito; semplificare il rapporto con il contribuente”.
Visto che l’esecutivo dice di voler dare impulso alla crescita, inoltre, Fassino chiede “che il 2016 sia anche l’anno del definitivo superamento del Patto di stabilità, aprendo immediatamente un confronto tecnico con l’obiettivo primario di sbloccare risorse ingenti spendibili per investimenti, oggi invece congelate dai vincoli del Patto”. Il presidente dell’Anci ribadisce poi la richiesta di una “valutazione del forte impatto del nuovo sistema di contabilità che i Comuni stanno responsabilmente applicando, nonché una correzione della disciplina legislativa (legge 243) relativa al pareggio di bilancio che dovrebbe trovare attuazione nel 2016, i cui profili problematici sono riconosciuti unanimemente”. L’intesa, infine, dovrebbe riguardare anche la “semplificazione istituzionale per sostenere unioni e fusioni di Comuni, la riforma del catasto, il sistema di riscossione, la riorganizzazione del sistema delle partecipate”.
Nel frattempo però la stessa associazione perde pezzi: il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha annunciato proprio giovedì la propria uscita dall’Anci, accusata di essere “inutile e costosa”. “Inutile perché incapace di decidere e, soprattutto, di opporsi ai provvedimenti sbagliati del governo in carica. Costosa perché aderirvi costa oltre 35.000 euro all’anno di iscrizione, più le spese per viaggi, cene, varie ed eventuali”. L’esponente della Lega Nord ha rivendicato di non essere stato eletto sindaco “per partecipare a gite di piacere nella capitale o per chinare il capo di fronte ai desiderata dei funzionari di Stato che non fanno gli interessi dei miei concittadini”. Per questo “non da solo ho deciso di uscire dall’Anci, come hanno già fatto altri sindaci e intendono fare quelli di Albignasego, Arquà Petrarca, Brugine, Campo San Martino, Candiana, Carceri, Carmignano di Brenta, Cinto Euganeo, Cittadella, Correzzola, Limena, Maserà, Mestrino, Montagnana, Saletto, San Giorgio in Bosco, Pontelongo, San Pietro in Gu, Terrassa Padovana”. All’orizzonte, stando alle dichiarazioni di Bitonci, c’è una nuova associazione “che sia snella, a costo zero, senza staff, con una sede itinerante e si ponga, quale scopo unico, quello di difendere, nella piena collaborazione degli aderenti, gli interessi specifici dei residenti da Roma. Cosa che l’Anci non ha mai fatto fino in fondo”. La reazione di Fassino? “Sconcertato” per l’annuncio.