Sì alle quote, a patto che non siano obbligatorie. E per finanziare l’accoglienza il governo pensa di alzare le tasse ai cittadini più ricchi. La Finlandia ha annunciato di essere disposta ad accettare il sistema della redistribuzione dei migranti arrivati nel sud dell’Europa proposto dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Il ministro degli Esteri Timo Soini ha tuttavia precisato che tale procedura non dovrà essere obbligatoria in futuro. “Vogliamo proseguire su base volontaria e non per costrizione”, ha affermato. La quota di richiedenti asilo che la Finlandia dovrebbe accettare è di 2.400 persone.
Per coprire i costi che deriveranno dall’arrivo di rifugiati il governo di centrodestra ha proposto di alzare le tasse sul reddito da capitale e sui redditi più alti. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze, Alexander Stubb, specificando che la più alta fascia di tassa sul reddito da capitale sarà alzata dell’1%, mentre chi guadagna più di 72.300 euro annui dovrà pagare una cosiddetta tassa di solidarietà per due anni. La soglia precedente era di 90mila euro. Secondo Stubb, le entrate ulteriori saranno usate per coprire in parte il costo legato all’immigrazione, che secondo le previsioni quest’anno salirà a 114 milioni di euro.
L’ultima analisi fatta dal Ministero degli Interni stima che il numero di richiedenti asilo che arriveranno nel Paese quest’anno potrebbe raggiungere le 30.000 unità. La previsione precedente del Servizio Immigrazione finlandese, risalente alla metà di agosto, era di 15.000.
Il 5 settembre il premier Juha Sipila ha annunciato alla tv pubblica di essere disposto ad ospitare a partire da fine anno alcuni richiedenti asilo nella sua casa privata di campagna, che occupa raramente per via delle sue funzioni a Helsinki. La casa del premier si trova a Kempele, nell’Ostrobotnia settentrionale, oltre 500 chilometri a nord della capitale, e come lui stesso ha affermato alla ‘Yle‘ “al momento non è molto utilizzata. La mia famiglia vive a Sipoo e la residenza ufficiale del primo ministro è a Kesaranta“.
“Spero – ha affermato il capo del governo – che diventi una sorta di movimento popolare che ispiri molti a prendere la loro parte di responsabilità in questa emergenza abitativa dei rifugiati”. Il primo ministro finlandese ha anche detto di volere “dare il mio contributo” per “mostrare che la Finlandia è un Paese multiculturale”.