“La mia prima azione come leader del partito sarà andare alla dimostrazione di questo pomeriggio per mostrare sostegno al modo in cui i rifugiati dovrebbero essere trattati e dovrebbero essere trattati in questo Paese”. Jeremy Corbyn, il neoeletto leader del Partito labourista britannico, ha tenuto il discorso della vittoria, rigorosamente senza cravatta, e ha annunciato la sua partecipazione alla marcia “Refugees Welcome Here”, in programma questo pomeriggio a Londra.
L’obiettivo del 66enne socialista sarà dare “speranza alla gente comune che è piena fino qui di ingiustizie, disuguaglianza, povertà non inevitabile”. Il discorso ha toccato temi come ambiente, pace, welfare, parità. Il nuovo leader ha anche rivendicato il legame “organico” con il sindacato e denunciato come un “attacco alla democrazia” la riforma del governo conservatore sulla limitazione del diritto di sciopero. Parole dure anche contro l’austerità del governo Cameron: “Non è giusta, non è necessaria e deve cambiare”.
“I media e molti di noi semplicemente non capiscono le posizioni dei giovani nel nostro Paese – ha detto – Si sono allontanati dalla politica a causa del modo in cui questa viene condotta, ma dobbiamo cambiare”. Il nuovo leader del Labour ha poi attaccato i media, definendo a volte il loro comportamento “intrusivo, insolente e semplicemente sbagliato”. “Ai giornalisti dico: attaccate le figure pubbliche. Questo va bene ma vi prego, non attaccate chi non ha chiesto di stare alla ribalta. Lasciatelo solo”.
Corbyn ha anche reso omaggio alla leader ad interim Harriet Harman, al predecessore Ed Miliband e ai tre candidati all’incarico: Yvette Cooper, Andy Burnham e Liz Kendall. In particolare ha elogiato la Cooper per il suo intervento sulla crisi dei migranti, in cui è stata la prima a chiedere che il Regno Unito accogliesse 10mila siriani.
“Bentornato al nostro movimento, bentornato al nostro partito. E io dico a quelli che ritorneranno, che c’erano prima e che erano disillusi e sono tornati: bentornati a casa”, ha concluso.