L'associazione delle piccole e medie imprese avverte che il +2,7% registrato dalla produzione industriale a luglio è stato trainato dal +20,1% dei mezzi di trasporto. Un incremento "probabilmente non ripetibile" che dipende dalla ripartenza di molti impianti dopo periodi di fermo. Quindi è comunque necessario "un piano serio volto alla riduzione del carico fiscale"
Non è un caso se tra il premier Matteo Renzi e Sergio Marchionne elogi e scambi di cortesie sono ormai all’ordine del giorno. Per la “ripresina” italiana, infatti, il governo deve ringraziare proprio il numero uno di Fiat Chrysler. Insieme alla Ducati e alla Lamborghini controllata dai tedeschi di Volkswagen. A evidenziarlo è il centro studi di Unimpresa, secondo cui la crescita del 2,7% della produzione industriale registrata a luglio (rispetto allo stesso mese del 2014) “è ‘drogata‘ da un aumento, probabilmente non ripetibile nel medio-lungo periodo, del settore auto”, “salito addirittura di oltre il 20%“. Ma il boom della fabbricazione di mezzi di trasporto è frutto della ripartenza a pieno regime di molti impianti dopo i “periodi di fermo del 2014 e degli anni precedenti”. Un rimbalzo legato all’aumento delle immatricolazioni registrato negli ultimi mesi, che dipende a sua volta da un fattore congiunturale: passato il periodo peggiore della crisi, le famiglie stanno sostituendo le auto più vecchie. Passata questa fase, è probabile che il mercato si normalizzerà.
Di conseguenza, avverte l’associazione delle piccole e medie imprese, è presto per “esultare come se fossimo ormai fuori dalla crisi e in piena ripresa”. Perché una crescita sostenuta e di lungo periodo richiede che a crescere siano tutti i settori – comprese le costruzioni che al contrario restano al palo. Il governo dunque non può dare per acquisita la ripartenza ma “deve spingere tutta l’economia italiana con un piano serio volto alla riduzione del carico fiscale“. Tra poche settimane “conosceremo il contenuto della legge di Stabilità e allora vedremo se le promesse saranno mantenute”, conclude il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
Che il rialzo della produzione e la crescita del Pil superiore alle attese siano legati a doppio filo all’andamento del mercato dei mezzi di trasporto emerge in effetti con chiarezza dagli ultimi dati Istat. Il manifatturiero nel suo complesso, per esempio, ha fatto registrare a luglio un progresso dell’1,9% proprio grazie al +20,1% segnato da quel comparto. Ma al contrario il settore della metallurgia e della fabbricazione di prodotti in metallo si è contratto del 2,4% e hanno il segno meno anche la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-0,8%) e i prodotti chimici (-0,7%). Quanto al prodotto interno lordo, il +0,4% del primo trimestre è stato fortemente influenzato da un +28,7% degli investimenti fissi lordi nel settore dei mezzi di trasporto. Incremento “rientrato” però nel secondo trimestre, quando gli investimenti fissi del comparto sono calati del 2,7%.
Per spiegare i numeri occorre ricordare che quest’anno è ripartita a pieno regime la produzione nello stabilimento Fiat di Melfi. Ducati, poi, nel primo semestre ha visto aumentare i volumi di vendita del 22% rispetto ai primi sei mesi del 2014. Mentre Lamborghini prevede di toccare un nuovo record annuale, aiutata anche dagli incentivi statali concessi per produrre a Sant’Agata Bolognese il suo nuovo suv.