13 settembre 2013 depositammo alla Camera la proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia. Oggi, 13 settembre 2015, ho ricevuto questa email: “sono un ragazzo di 24 anni affetto da una patologia neurologica molto grave ormai da diversi anni, durante i quali ogni trattamento medico, compresi interventi in cliniche altamente specializzate estere, si sono rivelati inutili. La mia “vita” è ormai solo 24 ore su 24 di dolore neuropatico cronico nelle zone più intime della persona, bloccato a letto a causa del dolore, senza che gli antidolorifici più forti abbiano un effetto apprezzabile, e non voglio più stare in queste condizioni, a subire coltellate nel mio corpo e, forse ancora di più, nella mia anima. Sono stanco, esausto e non ho più speranze di uno straccio di vita. La vita mi è stata depredata, vi scongiuro almeno di aiutarmi a porre fine a questa inutile tortura.”
Di lettere come queste ce ne arrivano ogni giorno, da quando abbiamo deciso di aiutare pubblicamente le persone che cercano di andare in Svizzera per l’eutanasia, e di farlo fino a quando il Parlamento italiano non deciderà di affrontare il problema.
Due giorni fa, il Parlamento britannico aveva respinto a larga maggioranza (330 no contro 118 sì) la legge sul suicidio assistito, che avrebbe permesso ai malati terminali di ottenere assistenza medica per mettere fine alla loro vita. Negli stessi giorni, il Senato della California aveva approvato 23 contro 14 il suicidio assistito, consentito già da altri quattro stati americani (Oregon, Washington, Montana e Vermont) mettendo la questione nelle mani del Governatore Jerry Brown ed eventualmente di un referendum, tenendo conto che secondo un sondaggio di Gallup (fonte askanews) circa il 70% dei cittadini americani sostengono il suicidio assistito, in crescita del 10% rispetto allo scorso anno. Infine, l’Assemblea nazionale francese riprenderà l’esame della legge sulla sospensione delle terapie, recentemente modificata dal Senato.
Insomma: nel mondo si discute. E si decide. Non sempre nella stessa direzione, ma si decide, in un contesto di opinione pubblica sempre più favorevole: la legalizzazione dell’eutanasia è sostenuta dalle opinioni pubbliche di quasi tutti i Paesi “avanzati” (Italia inclusa) come documentato dal recente numero di “The Economist” dedicato al tema.
Il Parlamento italiano, però, rimane fermo. Assieme a Mina Welby e Filomena Gallo, ci siamo perciò rivolti a ciascun Parlamentare per proporre di assumere un’iniziativa comune: la costituzione di un intergruppo per l’eutanasia legale.
“Nel nostro Paese, le scelte di fine vita- abbiamo scritto a Deputati e Senatori – sono relegate a una “zona grigia” non regolamentata e quindi di impossibile controllo, in particolare relativamente al rispetto della volontà del paziente. Il risultato è quello dell’eutanasia all’estero (per chi è nelle condizioni di ottenerla), dell’eutanasia clandestina in Italia, oppure dell’accanimento e della disperazione. Secondo l’Istat, nel 2010 i suicidi sono stati 3.048, il 46% dei quali determinato da malattie fisiche e psichiche divenute insopportabili.
Tali dati ci fanno riflettere sull’urgenza di un impegno parlamentare, affinché finalmente si affronti il diritto fondamentale a determinare che cosa si vuol fare della propria vita, e a ottenere tutto l’aiuto possibile per consentire scelte libere, consapevoli e responsabili. Nel settembre 2013, l’Associazione Luca Coscioni – insieme ad altre associazioni – ha depositato presso la Camera dei Deputati una proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da oltre 67.000 cittadini italiani. La proposta è stata affidata alle commissioni Giustizia e Affari sociali, ma la discussione non è stata ancora avviata. Si sono rivolti al Parlamento per sollecitare una discussione in particolare molti malati terminali e personalità come Umberto Veronesi, Vasco Rossi, Roberto Saviano, Michele Ainis, Corrado Augias, Marco Bellocchio, Furio Colombo, Maurizio Costanzo, Filippo Facci, Vittorio Feltri, Giulia Innocenzi, Selvaggia Lucarelli, Mara Maionchi, Neri Marcorè, Paolo Mieli, Giampaolo Pansa, David Parenzo. Scriviamo dunque oggi per proporre di partecipare alla costituzione di un intergruppo parlamentare per l’eutanasia legale e il testamento biologico, con l’obiettivo concreto di ottenere prima la calendarizzazione della legge popolare, poi l’approvazione di un buon testo in materia di scelte di fine vita. La costituzione dell’intergruppo si terrà mercoledì 16 settembre alle ore 15 in Sala Salvadori. A due anni esatti dal deposito della legge, è un “triste anniversario” che cercheremo di mutare in occasione positiva di azione e di proposta.”
Mi auguro che Deputati e Senatori si rendano conto che la risposta non devono darla tanto a noi, quanto alle persone come il ragazzo di 24 anni che implora la fine della sua “tortura”.