“Abbiamo approfondito il mondo emotivo dei personaggi e la sfera sentimentale tra Salvo e Livia - spiega il regista Gianluca Maria Tavarelli - il loro è adesso un rapporto più maturo, ricco e complesso dove però emergono la difficoltà di stare lontani e il rischio di incontrare persone diverse sulla propria strada"
Montalbano lascerà Vigata per sempre, tradirà e poi sposerà Livia e si trasferirà con lei a Genova. Potrebbe accadere tutto questo nella seconda stagione de Il giovane Montalbano, coproduzione Rai Fiction-Palomar al via lunedì 14 settembre in prima serata su Rai1, e sono soltanto alcune delle cose non andate in porto per molti e molteplici impedimenti del destino, l’ultimo, proprio quando il giovane Salvo sta per lasciare la Sicilia per la Liguria, un’esplosione sull’Autostrada A29, vicino Capaci: è il 23 maggio 1992.
La prima stagione de Il giovane Montalbano, stravista e venduta in 52 paesi inclusi Francia, Stati Uniti e Giappone, partiva dal 1990, dallo sbocciare della storia d’amore con l’eterna fidanzata Livia, dai rapporti con il padre e dal ricordo dei biondi capelli della madre, l’unico che conserva da quando lei l’ha lasciato che era solo un bambino. La seconda stagione va avanti per due anni e anche qui a dar vita e passione al giovane Salvo ritroviamo Michele Riondino: “Il giovane Montalbano vive sulle spalle di un peccato originale, quello di aver invaso il campo del Montalbano tradizionale – spiega il protagonista a FQ Magazine – per cui spettatori e fan possono aver storto il naso, ma noi di questo peccato originale abbiamo fatto una possibilità. Certo non possiamo permetterci grossi colpi di scena perché sappiamo tutti dove andremo a finire e cosa farà o diventerà Montalbano, ma possiamo depotenziare questi colpi di scena e anche la conoscenza del personaggio: in queste 6 puntate si verificheranno degli eventi che se fossero andati in porto avrebbero modificato definitivamente il corso della storia del commissario”.
Sullo sfondo, sempre l’Italia vera: “Il giovane Montalbano è un prodotto che racconta in maniera dettagliata e anche volutamente stereotipata l’Italia attraverso Vigata, una città che non esiste ma che rappresenta quel sud d’Italia che a sua volta è il sud d’Europa – risponde Riondino – e che va raccontata con certi stereotipi che sono poi quelli che ne sanciscono il successo all’estero. Anche le indagini e i crimini sono espressione di una tipica cultura italiana e della cultura del giallo italiano, come quello degli anni settanta legato a Sciascia”.
L’attore tarantino ha lavorato fianco a fianco con il maestro Andrea Camilleri, 90 anni appena compiuti e un altro romanzo su Montalbano annunciato: “Per un attore avere la possibilità di lavorare su un personaggio come Montalbano, con un carattere dalle mille sfumature che vive un film di sette ore è già un privilegio, se poi aggiungiamo la possibilità di parlare con il proprio autore, cosa molto pirandelliana, l’esperienza diventa straordinaria. Camilleri per me è un amico, un confidente e un insegnante”.
Sei film, perché di film e non di sole puntate si tratta, ispirati come la serie madre, ai racconti di Camilleri che cura anche soggetto e sceneggiatura della serie assieme a Francesco Bruni, concedendo cioè il suo nullaosta a quel “lavoro godurioso di invenzione e di ricerca di indizi sul passato di Montalbano nei romanzi classici” dice Bruni. “Abbiamo approfondito il mondo emotivo dei personaggi e la sfera sentimentale tra Salvo e Livia – spiega poi il regista Gianluca Maria Tavarelli – il loro è adesso un rapporto più maturo, ricco e complesso dove però emergono la difficoltà di stare lontani e il rischio di incontrare persone diverse sulla propria strada, e siamo riusciti a dare a questa seconda serie una ricchezza e un’importanza da film d’amore che però si coniuga perfettamente con la ricca trama gialla di Camilleri e con una componente di commedia più sviluppata”.
Si comincia con L’uomo che andava appresso ai funerali, tratto dall’omonimo racconto contenuto nella raccolta Un mese con Montalbano pubblicata nel 1998 ma anche da Doppia Indagine che troviamo nell’antologia Morte in mare aperto ed altre indagini del giovane Montalbano uscita l’anno scorso: racconta di un tipo strano quanto il suo nome, Pasqualino Cutufà, un cinquantino che da quando un incidente sul lavoro gli ha messo fuori uso una gamba impedendogli di continuare a travagliare in cantiere, si fa tutti i funerali di Vigata, finché non muore sparato, inspiegabilmente, pure lui. Al suo omicidio è legata la scomparsa della moglie del suo ex datore di lavoro. Le indagini si intrecciano poi con i problemi di gelosia di Salvo nei confronti di Livia che a quanto pare gli rifila le prime bugie tanto da fargli sospettare un tradimento, ma pure con l’incontro con Stella, un direttore di banca che farà girare la testa al giovane e passionale Salvo. Seguiranno poi La stanza numero due, Morte in mare aperto, La transazione, Il ladro onesto e Un’albicocca. Ad interpretare Livia è sempre Sarah Felberbaum e a completare il cast ci sono ancora Alessio Vassallo nel ruolo del giovane ma già grande esperto del mondo femminile Mimì Augello, Andrea Tidona (Carmine Fazio), Beniamino Marcone (Giuseppe Fazio), Fabrizo Pizzuto (Catarella).