Segue dalle due puntate precedenti
Successivamente suonammo a Monaco di Baviera dove incontrammo l’anziano batterista Freddie Brocksieper che aveva fatto parte della Charlie’s Band, l’orchestra swing voluta da Goebbels durante la guerra. Goebbels, che era appassionato di jazz, dal momento che il regime lo aveva vietato, non volendo rinunciare alla musica che amava, pensò bene di aggirare l’ostacolo organizzando una big band di jazz ma cambiando ai brani americani i testi originali con altre parole inneggianti Hitler e il nazionalsocialismo.
Nel 1983 a Milano incidemmo in quartetto un Lp dedicato ai “Big Four” di Muggsy Spanier e Sidney Bechet a cui presero parte Carlo Bagnoli al sax soprano e Marco Ratti al contrabbasso. Quel Lp fu il primo inserto discografico della rivista “Musica Jazz” allora diretta dal grande non dimenticato Arrigo Polillo che ancora oggi tutti noi (quelli di “jazz me blues” per intenderci) ricordiamo con grande nostalgia. Nell’aprile del 1984, invitati da un agenzia di viaggi, ci recammo a New Orleans in occasione del Festival del Jazz. Con noi c’era anche Luciano Invernizzi con la sua famiglia e assieme a lui fummo invitati a prender parte al funerale di un pianista appena scomparso.
Fu un’esperienza indimenticabile seguire quel feretro assieme alla brass band che intonava i motivi più noti del repertorio gospel e tornare dal cimitero a suon di marcia. Oscar e Luciano si unirono alla band mentre la cosa non fu possibile per me perché il banjo non è previsto nelle street parade.
Inoltre nella città del delta suonammo con i musicisti più celebri come i Dukes of Dixieland e gli attori-vocalist del musical “One Mo’ Time” che a New Orleans stava riscuotendo uno straordinario successo. A New Orleans incontrammo il batterista Barry “Kid” Martin che a New York divideva l’appartamento con Woody Allen.
Mi venne in mente che avrei potuto dedicare una delle trasmissioni della Televisione Svizzera a George Lewis o Bunk Johnson e chiamare proprio Woody come guest star. Gli scrissi e ricordandogli il nostro incontro con Joe Venuti, lo invitai a Lugano aggiungendo che, se questo non fosse stato possibile, lo avrei raggiunto con una squadra a New York per registrare un suo intervento.
Non si degnò neanche di rispondermi probabilmente per risparmiare i soldi per il francobollo.
Dall’autunno del 1984 continuai la serie degli special della televisione svizzera dedicandoli a Louis Armstrong, a W.C.Handy, a Pee Wee Russell, a Jelly Roll Morton, a Red Nichols e a Joe Venuti. Tra gli ospiti, il contrabbassista Jimmy Woode e le vocalist Edith Peters e Jan Herrington con la quale ci esibimmo al Festival del Jazz di Mestre.
Alla fine di novembre del 1984 io, Oscar e Bruno Longhi fummo invitati a prender parte al Festival di Musica Popolare a Varadero nell’isola di Cuba. Questo viaggio fu pieno di emozioni la prima delle quali fu il nostro atterraggio.
Avevamo fatto scalo a Las Palmas alle Canarie ed evidentemente nel decollo era scoppiata una gomma che ostruiva l’uscita del carrello dal momento che in prossimità dell’aeroporto dell’Avana non riusciva a sganciarsi.
Sull’aereo con noi c’erano anche Gino Paoli e Gigi Proietti anche loro terrorizzati come noi alla notizia della difficoltà dell’atterraggio.
Dopo aver avvertito la torre di controllo del pericolo, l’aereo cominciò a girare sull’Avana per disperdere tutto il carburante prima di tentare un atterraggio di fortuna.
Alla fine tutto si risolse per il meglio dal momento che il carrello dopo vari tentativi uscì dal suo abitacolo.
All’aeroporto fummo accolti da un certo Gabriel che si presentò come il responsabile della musica del governo cubano e che sarebbe stato il nostro angelo custode per tutto il periodo della nostra permanenza. Con un pullman sconquassato in serata arrivammo a Varadero e dopo esserci sistemati in albergo, dopo cena partecipammo ad una jam session assieme al grande trombettista cubano Arturo Sandoval senza alcun dubbio tecnicamente il più dotato nel mondo.
Il mattino dopo andammo in giro per il paese e incontrammo un gruppo di turisti cinesi che ci chiesero un’informazione. Gabriel con grande sicurezza rispose in cinese e poi ci informò che era anche il responsabile dei rapporti del Governo Cubano con la Cina.
Passammo davanti a un cinematografo che proiettava un film italiano con Gian Maria Volontè e dissi a Gabriel che eravamo amici. Gabriel cominciò ad analizzare il film mostrando una grande conoscenza dell’argomento; poi precisò che era anche il responsabile della cinematografia cubana per conto del governo.
A Varadero incontrammo anche Rita Pavone che si esibì in uno show di grande successo e noi da parte nostra in trio riuscimmo a far alzare in piedi 6.000 persone, ma questo forse perché da quelle parti non avevano mai ascoltato il nostro tipo di musica visti i rapporti tesi con gli Stati Uniti. E Gabriel, con ricchezza di particolari, ci raccontò la storia dei rapporti di Cuba con gli Stati Uniti partendo dagli anni del Dopoguerra.
C’era anche Michel Legrand con la sua orchestra che una sera ascoltammo con grande interesse. Ero seduto vicino ad Oscar e ad un tratto mi accorsi che il baritonista del gruppo somigliava in maniera impressionante a Gabriel; di conseguenza rivolgendomi ad Oscar dissi: “Non sapevo che Gabriel suonasse il sax baritono con Michel Legrand!”. Oscar a distanza di tanti anni ogni qual volta ricordavamo assieme questo episodio aveva un incontenibile attacco di risa.
Continua…