Nonostante sia cresciuta la tensione negli ultimi mese lungo il 38° parallelo, tra il 18 e 20 settembre negli uffici di Tokyo della Federcalcio dell’Asia Orientale si terrà un incontro per organizzare l'evento
Il calcio come le antiche Olimpiadi: occasione di pace, o perlomeno di sospensione dei conflitti. Dopo che nelle ultime settimane la Repubblica Popolare Democratica di Corea e la Corea del Sud hanno ricominciato svuotare i granai e riempire gli arsenali lungo il 38° parallelo, tra colpi di mortaio e cannoni, minacce mediatiche e annunci della costruzione di un supermissile, si sta ristabilendo la situazione di stallo che va avanti da oltre mezzo secolo, quando i due paesi entrarono formalmente in Guerra.
Prima l’annuncio a livello politico dell’inizio di trattative per fare incontrare le famiglie che da allora vivono separate. Poi a livello sportivo l’annuncio di una amichevole tra le nazionali di calcio dei due paesi, a ricalcare le celebri “partite della riunificazione” del 1990. L’incontro a livello federale sarà tra il 18 e 20 settembre negli uffici di Tokyo della Federcalcio dell’Asia Orientale (EAFF), ha annunciato il segretario della federcalcio sudcoreana, e lì si discuterà come e quando organizzare le amichevoli per la pace.
Si dovrebbe cominciare con incontri di calcio giovanile e femminile, come fu la prima volta assoluta nelle sfide calcistiche tra le due Coree ai Campionati Asiatici di Calcio Giovanili di Bangkok nel 1976: passati trent’anni da quel sanguinoso conflitto (1950-53) combattuto per interposta potenza (l’Urss dietro al Nord, gli Usa dietro al Sud) in una terra già divisa, suo malgrado, in sfere di influenza lungo il 38° parallelo al termine della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1978, il 22 dicembre, le nazionali maggiori si ritrovano per la prima volta contro nella finale dei Giochi Asiatici, sempre a Bangkok. Il pareggio in campo dura fino a dopo i supplementari e i rigori, nessun sorteggio, la vittoria è assegnata ex aequo alla Repubblica Popolare Democratica di Corea e alla Corea del Sud: alla Corea. Poi negli anni si giocano altre partite, ma lo sport non sempre unisce, vedi il boicottaggio del Nord alle Olimpiadi di Seul 1988. Fino a che non si giocano le prime sfide a Seul e Pyongyang. E’ il 1990 e sono le partite della riunificazione.
L’evento assume una rilevanza epocale, sono tirate in ballo le famose partite di ping pong tra Cina e Usa sotto gli occhi di Mao e Nixon (con il successivo Nobel per la Pace a Kissinger per avere fermato una guerra che non c’era) e la tregua olimpica, ma i due paesi non si riunificano e anche nel calcio non si sfidano più per molti anni. Dal 2005 al 2009 le due squadre si incontrano ancora, per lo più ai Giochi Asiatici. Fino a che, dopo che lo scorso agosto la guerra tra i due paesi sembrava non essere più fredda e il conflitto imminente, i nuovi processi di pace delle due diplomazie hanno cercato un accordo sui due argomenti più sentiti nel paese: il riavvicinamento delle famiglie e il calcio. Il pallone è stato spesso strumento di guerra, a livello geopolitico (la guerra fredda tra Usa e Russia dietro lo scandalo Fifa) e anche concreto (dall’America Latina alla Jugoslavia). Ogni tanto, per fortuna, lo è anche di pace.