Portare l’Oriente ad Occidente nell’epoca della globalizzazione. L’incontro con una cultura millenaria tradizionale come spurgo, elisir di benessere naturale per vivere in armonia con il proprio Sé tra il kaos multimediale e l’ipercomunicazione ubiquitaria, fagocitante, di oggi. E poi la voce del ‘serpente’ nel suono dei Gong, le vibrazioni musicali terapeutiche, la medicina ayurvedica, i segreti del Tantra e i mistici dello yoga tibetano. Imparare a gestire la salute in naturopatia (senza chimica!) con l’alimentazione, proprio come Ippocrate insegnava dalle nostre parti, tracciando un ponte tra terra e cielo.
L’ottava edizione dello Yoga Festival Roma è stato un ricostituente multienergetico a portata popolare per corpi, menti e spiriti in affanno metropolitano, tra malattie moderne del cosiddetto ‘benessere consumistico’ che comprimono campi di manovra vitale: “Tu sei molto meglio di un cellulare – ha detto in conferenza Hari Simran Singh Khalsa, fondatore della Scuola Guru Charan di riflessologia plantare con approccio meditativo – Ahimè oggi c’è l’elettrosmog, i campi elettromagnetici si scontrano gli uni con gli altri. Prima c’era (solo!) l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, dell’ozono. Ora serve spazio per partecipare al processo di guarigione, eliminando le tossine, predisponendoci al cambiamento”. L’affondo è andato sull’edonismo effimero, il consumismo e l’accumulo compulsivo di beni materiali, dove le nuove tecnologie di comunicazione isolano, fingendo di far condividere in modo astratto, schiacciando i cinque sensi in un colpevole vuoto di fantasia che grida Ri-Evoluzione: “Bisogna creare un piccolo vuoto dentro di noi per far entrare la novità – ha concluso Hari Simran, specializzato nel trattamento di stati di stress e affaticamento del sistema nervoso – il rinnovamento è nella vita, nel nostro bioritmo. La soluzione al paradosso è la tua risposta: capacità sensoriale di sentire il proprio Sé e meditazione”, una ricetta per fronteggiare le insidie del Kali Yuga.
Ospitati nel festival capitolino anche le presentazioni di diverse (interessanti) novità editoriali: l’ultima fatica di Ernesto Iannaccone (I disordini della mente nell’Ayurveda – Laksmi Edizioni), Gli insegnamenti yogici di Paramhansa Yogananda per la vera felicità (Ananda Edizioni) e Il mitico viaggio in India, alla ricerca del Guru (Anakala Publications) del dinamico naturopata e insegnante di yoga Jacopo Yogendra Ceccarelli, una riuscita rivisitazione del diario personale di viaggio (in avanscoperta) compiuto 20 anni fa in terra indiana, quando decise di lasciare tutto per seguire la chiamata del Cuore: “Non è il resoconto della classica fuga in Oriente di un ragazzo borghese contestatario – si legge nella prefazione di Giulia Borioli, fondatrice dello Yoga Festival Italia – ma l’inizio di una ricerca interiore profonda che Jacopo ha condotto per tutta la sua esistenza”. Namasté.