I dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sulle spese sostenute dalle famiglie per sanità, trasporti pubblici locali, raccolta rifiuti, asili nido, fornitura di acqua e addizionali Irpef comunali e regionali. Dal 2007 biglietti dei mezzi aumentati del 79% e imposte locali lievitate. "Ma i servizi ricevuti sono sempre più carenti"
Una famiglia torinese di tre persone sborsa ogni anno per i servizi pubblici essenziali più di 2.760 euro. Contro i 2.132 di un nucleo che abita a Venezia e i 2.247 di una coppia con un figlio residente a Milano. A fare i conti è l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che ha realizzato il terzo rapporto sui costi di cittadinanza analizzando le spese sostenute nel 2014 per usufruire di assistenza sanitaria (prestazioni specialistiche e analisi), trasporti pubblici locali, raccolta rifiuti, asili nido e fornitura di acqua. Con l’aggiunta delle addizionali Irpef comunali e regionali.
L’indagine riguarda le 14 città metropolitane e prende in considerazione le uscite di una famiglia tipo composta da due adulti e un figlio, che abita in un appartamento di proprietà di 100 metri quadri e può contare su un reddito di 36mila euro annui, pari ad un Isee di circa 18mila euro. La spesa media per i costi di cittadinanza è di 2.398,00 euro, il 31,47% in più rispetto al 2007. La città più “cara” è Torino con 2.760,6 euro, seguita da Roma con 2.637,6 e Genova con 2.609,4 euro. I costi medi più bassi sono stati rilevati invece a Venezia (2.132 euro), Cagliari (2.209,2 euro), Firenze (2.225,6 euro) e Milano (2.247 euro) . La spesa complessiva a Torino risulta superiore del 15,12% rispetto all’importo medio e del 24,48% rispetto ai valori rilevati a Venezia.
Nel corso dei sette anni di crisi i cittadini hanno dovuto far fronte a rincari notevoli. Per quanto riguarda i servizi, i costi dei biglietti orari per i trasporti pubblici hanno fatto registrare un +79,05%. La tassa sui rifiuti è aumentata del 71,76% rispetto al 2007. L’addizionale comunale e regionale Irpef hanno fatto registrare rispettivamente un aumento del 65,9% e del 48,39%. Tutto ciò a fronte, in diversi casi, di un peggioramento dei servizi, sempre più carenti o di difficile accesso. Una tendenza determinata dalla crisi dei bilanci comunali, a causa anche dei pesanti tagli operati dai governi che si sono succeduti in questi anni, e a gestioni a volte inefficienti, sottolinea Federconsumatori.
“Per questo chiediamo uno sforzo congiunto del Governo e degli enti locali affinché si diano ai cittadini risposte concrete in termini di efficienza e accessibilità ai servizi. In tal senso rivendichiamo una politica che cessi l’aumento di tasse e l’imposizione di tagli lineari, ma agisca unicamente attraverso tagli agli sprechi, ai privilegi, agli abusi“, scrivono Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef.