L'incontro pubblico è stato organizzato il 13 settembre e hanno partecipato il vice presidente della Camera Luigi Di Maio , il presidente dell’Istituto europeo sulla politica dell’acqua Riccardo Petrella, la deputata 5 Stelle Federica Daga, la consigliera della Regione Sicilia Valentina Palmeri e i consiglieri regionali Giulia Gibertoni e Gianluca Sassi
Dopo i presidi e gli scontri politici in consiglio comunale e nelle sedi dei partiti reggiani, il tema dell’acqua pubblica torna sotto i riflettori a Reggio Emilia. I rappresentanti del Movimento 5 stelle hanno voluto affrontare pubblicamente l’argomento della ripubblicizzazione dell’acqua dopo che per mesi è stato al centro del dibattito cittadino, tra dichiarazioni e proteste, con un incontro pubblico organizzato il 13 settembre a cui hanno partecipato il vice presidente della Camera Luigi Di Maio e altri esponenti nazionali pentastellati. Un momento di confronto a livello locale e nazionale che i cittadini, che hanno partecipato numerosi all’iniziativa, attendevano forse da tempo, dopo che la ripubblicizzazione dell’acqua, che ha tenuto banco nella politica emiliana prima dell’estate, non ha trovato spazio nel programma di Festareggio del Partito democratico, dove inutilmente i comitati hanno tentato di avere un confronto con il ministro Graziano Delrio.
A riportare l’attenzione sul tema sono stati invece i Cinque stelle, che hanno appoggiato la lotta dei gruppi che dall’esito del referendum del 2011 si battono per l’acqua pubblica. “L’acqua è una delle nostre cinque stelle – ha ricordato la consigliera comunale reggiana Alessandra Guatteri – Nel nostro programma c’è la ripubblicizzazione dell’acqua, ma a differenza del Pd noi lotteremo per portarla avanti”. Lo ha promesso anche Di Maio, di fronte a centinaia di persone riunite in piazza Prampolini, che se i Cinque stelle arriveranno al governo, la ripubblicizzazione dell’acqua sarà una delle priorità. E a parlare insieme a lui sono stati anche Riccardo Petrella, presidente dell’Istituto europeo sulla politica dell’acqua, la deputata Federica Daga, la consigliera della Regione Sicilia Valentina Palmeri e i consiglieri regionali Giulia Gibertoni e Gianluca Sassi. “Siamo molto contenti dell’iniziativa – ha commentato Tommaso Dotti, del comitato Acqua bene comune – Finalmente una forza politica si avvicina ai temi della città con un impegno specifico, portando esponenti a tutti i livelli istituzionali e da diverse parti d’Italia”.
Anche il partito dell’attuale sindaco Luca Vecchi nell’ultima campagna elettorale per le amministrative aveva scritto nero su bianco la promessa di fare di Reggio Emilia una delle prime città con gestione pubblica della risorsa idrica, ora in mano alla multiutility quotata in Borsa Iren. Ma nel giro di nemmeno un anno la musica è cambiata e ora il Pd marcia nella direzione opposta. Eppure l’operazione si potrebbe fare, insistono comitati e M5S, e a dare ragione di questa convinzione c’è uno studio di fattibilità commissionato a suo tempo proprio dal Pd, che poi lo ha bocciato, a suo dire, a causa dei vincoli della legge di stabilità e del rischio che potrebbe comportare l’investimento per la creazione di una società in house per la gestione del servizio. “La verità è che l’acqua è una risorsa ed è conveniente gestirla, ecco perché è così difficile toglierla a Iren, per la quale il ramo idrico rappresenta la voce più importante di redditività. Se venisse meno, la multiutility non starebbe in piedi, e già ora fa fatica” aggiunge Guatteri. Lo studio dice che per passare a una gestione pubblica servirebbero 130 milioni più Iva, spiega la consigliera M5S, “ma il risultato netto dopo il primo anno sarebbe di 1,9 milioni di euro, e in 16 anni tutto il debito sarebbe restituito. Certo, l’indebitamento ci dovrebbe essere, ma si lascerebbe un tesoro ai nostri figli”. Secondo Guatteri inoltre, l’investimento potrebbe essere finanziato attraverso la Cassa depositi e prestiti, che “ha già fatto un prestito di 100 milioni a Iren”.
La tempistica per cambiare le cose però è molto stretta perché entro la fine del mese i sindaci dovranno dare il via libera per un nuovo bando di gara per la gestione del servizio in scadenza e per ora sono pochi gli amministratori ad avere appoggiato la causa dell’acqua pubblica. “Ci si nasconde dietro problemi di bilancio o di legge di stabilità, ma è chiaro che dietro c’è la volontà di non togliere a Iren il servizio, visto che la multiutility finanzia molte iniziative cittadine – conclude Guatteri – In questo modo inoltre, anche la politica di Reggio continuerà ad avere un peso all’interno della multiutility”.