Il calendario non è stato clemente con le squadre italiane impegnate nella supercompetizione europea. Al primo appuntamento affronteranno due tra le favorite per la vittoria finale: Manchester City e Barcellona. Un passo falso non sarà fatale ma potrebbe costare molto in termini di umore e quattrini
La partenza è subito in salita, nella Champions League più ricca della storia. Manchester City e Barcellona: non sarebbe una sorpresa ritrovare Juventus e Roma a quota zero dopo la prima settimana di coppe europee. In nessuno dei due casi una sconfitta pregiudicherebbe il passaggio del turno. Ma le italiane, chi per un verso chi per l’altro, hanno comunque molto da perdere. La prima a scendere in campo stasera è la Juve vicecampione d’Europa. A Manchester, contro il City di Sterling e David Silva (ma senza Aguero infortunato), in teoria è la partita più dura del girone. In pratica è già un appuntamento da non fallire. I bianconeri vengono da un punto in tre partite in campionato, a Torino c’è aria di crisi. Il ko di Marchisio, unico leader di una squadra in cerca di nuova identità dopo la rivoluzione estiva, ha aggravato i problemi a centrocampo. L’avvicinamento alla sfida con gli inglesi, insomma, non è certo dei migliori. Allegri probabilmente tornerà alla difesa a tre, e deve scegliere se provare Hernanes in cabina di regia, oltre al solito ballottaggio in attacco tra Dybala, Mandzukic e Morata (per il momento solo dall’argentino sono arrivate risposte all’altezza).
Tanti dubbi per il tecnico toscano. Anche perché a differenza dello scorso anno il sorteggio non concederà alla Juventus la possibilità di passi falsi: il Gruppo D, con City, Siviglia e Borussia Monchengladbach, è uno dei più duri dell’intera manifestazione. Colpa anche del nuovo criterio di teste di serie voluto da Michel Platini: da quest’anno la Champions è sempre più coppa dei campioni, con la prima fascia riservata alle vincenti dei vari campionati, e tante big (come Real, o appunto il City) relegate in seconda per far spazio a Benfica o Psv Eindhoven. Il risultato sono gironi difficili come quello della Juve, che la passata stagione era arrivata fino in fondo anche grazie ad accoppiamenti non sempre proibitivi. Quest’anno passare il girone, con una terza incomoda come il Siviglia vincitore dell’Europa League, non sarà semplice. E per i vicecampioni in carica uscire al primo turno sarebbe un disastro. Innanzitutto economico: nel 2015 la Champions ha portato nelle casse della società torinese quasi 100 milioni di euro.
Per l’edizione che si chiuderà il 28 maggio del 2016 a San Siro il montepremi è ancora più alto: la manifestazione ha raggiunto il valore di 1,9 miliardi di euro, e la Uefa ne ridistribuirà ai partecipanti 1,257, con un aumento del 25% rispetto al passato. Soltanto l’accesso alla fase a gironi vale 12 milioni di euro, con gettoni da 1,5 milioni per ogni vittoria e 500mila euro per un pareggio; poi ci sono 5,5 milioni per gli ottavi di finale, 6 milioni per i quarti, 7 per le semifinali, 10,5 milioni per la finale e 15 milioni per la vincente. Un percorso netto può valere 55 milioni di euro solo di premi. Senza dimenticare il market pool, (i proventi dei diritti televisivi), che dipende dal percorso delle squadre di ciascuna nazione e quest’anno si annuncia particolarmente ricco per le italiane (vista l’eliminazione ai preliminari della Lazio, sarà da dividere per due e non per tre).
Soldi che fanno gola pure alla Roma, che debutta domani all’Olimpico contro il Barcellona. Anche qui nulla da perdere, almeno in apparenza. Contro Neymar, Messi e Suarez una sconfitta si può mettere in preventivo. Tanto più che nel caso dei giallorossi il girone con Bayer Leverkusen e Bate Borisov è ampiamente alla portata. Il però lo insegna la storia recente: l’anno scorso la crisi della Roma iniziò proprio con l’imbarcata casalinga contro il Bayern Monaco. Uno choc da cui la squadra non seppe più riprendersi. Garcia e il suo gruppo devono dimostrare di aver imparato la lezione. Ancora da capire se De Rossi giocherà a centrocampo o in difesa, davanti confermato il nuovo tridente Iago–Salah–Dzeko, con Totti in panchina. Ma più che gli uomini saranno decisivi l’umiltà e l’equilibrio per affrontare i campioni d’Europa. Un punticino sarebbe già un grande passo avanti verso la qualificazione. È l’obiettivo minimo, ma non scontato, di entrambe le italiane in Champions League. Partire col piede giusto non è mai stato così importante. E difficile.
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