“Siamo alle solite. Con i giochi di parole, il ‘definanziamento‘ diventa ‘mancato incremento‘ così come i ‘tagli lineari‘ sono diventati ‘risparmi‘”. Così il sindacato dei medici dirigenti, Anaao, scopre il “bluff” del premier Matteo Renzi sui finanziamenti alla sanità. Lunedì sera il premier, a Otto e mezzo, ha detto che “sulla sanità, se le cose vanno in un certo modo, male che vada in legge di Stabilità ci saranno per il 2016 le stesse cifre di quest’anno”. Cioè basta tagli? Al contrario: il taglio c’è e ammonta 3,4 miliardi di euro. Infatti il Documento di economia e finanza (che il governo aggiornerà venerdì) e il decreto Enti locali di agosto prevedono entrambi che nel 2016 la dotazione del Fondo sanitario nazionale salga a 113,1 miliardi dai 109,7 a cui è stato ridotto nel 2015. Se, quindi, le cifre saranno “le stesse di quest’anno”, come ha detto il presidente del Consiglio, il risultato sarà che il Servizio sanitario potrà contare su 3,4 miliardi in meno rispetto al previsto.
“Di fatto”, sostiene il segretario dell’Anaao, Costantino Troise, “il governo minaccia di disattendere un impegno siglato con le Regioni”, visto che l’ammontare attuale del fondo è il risultato dell’accordo raggiunto durante l’estate in Conferenza Stato – Regioni su una sforbiciata da 2,35 miliardi da ottenersi, tra l’altro, facendo pagare ai malati le prestazioni “inutili”. “L’aumento del fondo di 2,35 miliardi previsto per il 2015 è già saltato. Se salta anche quello di 3,3 miliardi previsto per il 2016 significa che gli accordi si scrivono sulla sabbia. Mi auguro sia un equivoco”, continua Troise. “Comunque sarebbe il caso di chiedere al presidente della Conferenza delle Regioni Chiamparino e al ministro della Salute Lorenzin cosa ne pensano, visto che il governo si era impegnato con loro fa ad aumentare il fondo sanitario per far fronte alle esigenze crescenti dei cittadini”.
E Beatrice Lorenzin, in effetti, ha subito chiuso alla possibilità di nuovi tagli: “Sotto i 112 miliardi non si può andare. Non sarebbe possibile per la sostenibilità delle sfide che abbiamo in campo”, ha detto il ministro, che ha sempre sostenuto la necessità che i risparmi previsti dall’accordo con le Regioni siano reinvestiti nel sistema e vadano a migliorare i servizi. I 112 miliardi sono la cifra stanziata nella scorsa manovra, quella per il 2015, che è stata poi decurtata in seguito all’intesa con i governatori regionali chiamati ad accollarsi 4 miliardi di tagli. “Diciamo che ‘male che vada’ vuol dire che non ci sono tagli lineari al sistema salute, che ci sono due miliardi in più”, ha sostenuto Lorenzin. Promettendo: “Ovviamente farò in modo di avere più risorse possibili e di andare verso il tendenziale del Def che avevamo approvato nel patto della Salute. Ma questo significa che il comparto sanità non viene più aggredito che non ha un decremento del finanziamento ma che invece comincia a crescere nuovamente. Penso che questo sia un obiettivo che tutti ci dobbiamo porre”.
In attesa di chiarimenti da Palazzo Chigi, l’Anaao rincara la dose sottolineando che “se l’ipotesi di Renzi fosse confermata, sarebbe la dimostrazione che la sanità è un bancomat cui il Governo attinge risorse per fare altro, non certo per recuperare risorse da destinare all’innovazione. In queste condizioni vuol dir lasciare che il Servizio Sanitario Nazionale muoia per asfissia, soprattutto al meridione dove il rosso dei bilanci è accompagnato da una mancata garanzia dei livelli di assistenza”.
Anche i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari sociali attaccano dicendo che “il presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze hanno gettato la maschera” e “il governo parla di razionalizzazione ed efficientamento della spesa, ma ormai sappiamo bene che questo si tradurrà in minori servizi e prestazioni, che si ripercuoteranno sulle fasce più deboli della popolazione”. I parlamentari annunciano poi “attività e manifestazioni di protesta su tutto il territorio nazionale” se entro il 17-18 ottobre, quando è in calendario il raduno M5S a Imola, “il ministro della Salute Lorenzin non avrà dato le dovute garanzie rispetto all’ammontare del Fsn per il 2016”.