Il governo non mette a punto il decreto attuativo e slitta la "carta del prof" prevista dalla riforma: una card elettronica dal valore di 500 euro annui a testa da spendere per attività connesse alla professione come l’acquisto di libri, testi o riviste, corsi postlauream, biglietti per andare a teatro, al cinema o al museo. Così il ministro è intervenuta nel corso della trasmissione radiofonica Zapping per chiarire la situazione. Non è ancora chiaro come i docenti saranno chiamati a rendicontare la spesa
I 500 euro promessi da Matteo Renzi alle centinaia di migliaia di docenti di ruolo italiani arriveranno subito. Netti, forse già a ottobre. E direttamente in busta paga, in attesa della vera e propria “carta del prof” prevista dalla riforma e che dovrebbe scattare solo nel 2016. Ad assicurarlo è Stefania Giannini, che ha scelto di intervenire per placare le polemiche su quella che sembrava essere una delle tante incompiute de La Buona scuola. E che invece – a quanto affermato dalla titolare di viale Trastevere – partirà già quest’anno.
Lunedì è cominciato il nuovo anno scolastico per otto milioni di ragazzi e 800mila insegnanti negli istituti di tutto il Paese. Con tante incognite, perché non sarà un anno come gli altri: la scuola inizia nel pieno dell’attuazione della riforma. Fra queste rischiava di esserci anche la “carta del prof”, una delle novità più attese dai docenti. Si tratta di una carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, dal valore di 500 euro annui a testa. Soldi da spendere liberamente per attività connesse alla professione, ma extra-scolastiche: l’acquisto di libri, testi o riviste (o magari hardware e software utili all’insegnamento), corsi postlauream e master, o anche semplicemente biglietti per andare a teatro, al cinema o al museo.
Un contributo importante per i docenti italiani, dal valore di oltre 380 milioni di euro l’anno a decorrere dal 2015 per le casse pubbliche. Uno dei punti su cui Renzi aveva più insistito nel corso della sua famosa “lezione alla lavagna” per difendere il testo della legge 107, quando a maggio la riforma rischiava di affondare in Parlamento. Per metterlo in pratica, però, serve un decreto attuativo. Secondo quanto previsto dal ddl approvato, i criteri e le modalità necessarie per l’assegnazione e l’utilizzo della carta avrebbero dovuto essere emanati entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il termine è scaduto il 14 settembre senza che il governo rispettasse gli adempimenti. Per questo negli scorsi giorni la Uil Scuola aveva denunciato la mancanza dell’esecutivo, e il rischio che il bonus sfumasse: “Anche per quest’anno i docenti saranno costretti ad aggiornarsi a spese proprie, come sempre”, affermava il sindacato.
Il ministro Giannini è intervenuta nel corso della trasmissione radiofonica Zapping per chiarire la situazione. “Il contributo oramai è legge e per quest’anno sarà dato in busta paga, forse già ad ottobre”, ha assicurato. Poi, dal 2016, scatterà la vera e propria carta elettronica, dal valore nominale di 500 euro netti. Di fatto, dunque, una pezza per riparare ad un effettivo ritardo sulle scadenze dei decreti d’attuazione. Dovuto probabilmente alla mole di lavoro che ha impegnato gli uffici del Miur nell’ultimo mese per portare a termine le immissioni in ruolo del piano straordinario di assunzioni e l’assegnazione delle supplenze in tempo per il suono della prima campanella.
Resta da chiarire quali conseguenze potrà avere l’attribuzione del bonus direttamente in busta paga. Se e come, ad esempio, i docenti saranno chiamati a rendicontare la spesa di questi soldi. Ma i 500 euro, in una maniera o nell’altra, arriveranno subito. Parola di Stefania Giannini.