Dopo 7 anni l’Università di Modena e Reggio Emilia inaugura le nuove sedi di Scienze Chimiche, Geologiche e della Vita a Modena. Al taglio del nastro il 21 settembre prossimo ci saranno il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il sindaco Gian Carlo Muzzarelli. La realizzazione dell’opera ha richiesto 7 anni (dal 2008 al 2011 la progettazione e dal 2011 a inizio 2015 i lavori) e ha coinvolto diversi partner tra cui spicca la società modenese di Ingegneri Riuniti in associazione con lo studio Rossi Prodi di Firenze.
La nuova “Fabbrica delle Scienze” – che sarà uno dei centri della ricerca scientifica – è costata oltre 29 milioni di euro, esclusi i costi di progettazione. A finanziarla, una società di gestione del risparmio di Roma attraverso un fondo di investimento immobiliare. I capitali sono stati messi a disposizione dall’Inps e saranno remunerati con il pagamento, da parte dell’ateneo, di un canone calmierato.
“La decisione di promuovere la costruzione di un nuovo edificio capace di riunire le attività didattiche e i laboratori di Chimica, Farmacia e Scienze della Terra – ha spiegato il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Angelo O. Andrisano – risale al 2006 ed è stata dettata dall’inadeguatezza agli standard normativi di sicurezza degli spazi riservati a queste discipline e dall’insufficienza dei locali”, una carenza più evidente a partire dal 2000, con la crescita degli studenti iscritti a queste facoltà. Il nuovo edificio, di 5 piani, accoglierà oltre 1.800 persone: circa 1600 studenti, 180 docenti, 50 dottorandi e 30 figure tecniche-amministrative.
Grandi vetrate che danno sul verde, ampi spazi, piazzette interne con panchine in pietra e una vasta scalinata centrale all’ingresso caratterizzano la struttura del nuovo polo. L’opera integra stile moderno con spazi verdi, attraverso un sistema di corti, terrazze e percorsi pedonali che connettono la struttura con il quartiere adiacente, verso il centro storico e mettono “in vetrina” la vita del polo universitario giorno e sera. “L’edificio – anticipa Giovanni Tenti di Ingegneri Riuniti, direttore delle opere impiantistiche – è dotato di un impianto fotovoltaico che copre fino al 15% del fabbisogno del fabbricato e di pannelli solari per la produzione di acqua calda da fonti rinnovabili che garantiscono il 50% del fabbisogno”.