Si sta svolgendo in questi giorni e andrà avanti fino al 20 settembre al “Centro congressi” del Serena Majestic di Montesilvano, Pescara, il Festival internazionale “Days of percussion”, manifestazione che celebra l’arte delle percussioni. Una serie di eventi tra cui un concorso, delle master class e dei concerti, oramai alla tredicesima edizione e che raccoglie alcuni dei più importanti professionisti al mondo del settore.
Un po’ di numeri del 2015: oltre 180 giovani percussionisti arrivati da 32 paesi di ogni angolo del pianeta per partecipare alle 150 ore di lavoro, divise in concorsi nelle discipline specifiche come marimba, vibrafono, timpani, tamburo, batteria, composizione, 10 master class pomeridiane, 4 concerti serali dei giudici/insegnanti (per un totale di 19 artisti), con 6 giurie diverse.
A capo dell’organizzazione di questa imponente macchina, nei primi dieci anni a Fermo e negli ultimi tre a Montesilvano, ci sono il Maestro Antonio Santangelo, docente presso il conservatorio “Pergolesi” di Fermo e presidente dell’associazione culturale Italy Percussive Arts Society, sua moglie Maria e i suoi figli Francesca e Claudio, da quest’anno direttori artistici dell’evento.
Proprio Antonio Santangelo svela forse il principale segreto di questo che è oramai uno degli appuntamenti internazionali più importanti del settore: “I ragazzi si iscrivono da tutto il mondo perché qui possono confrontarsi ed essere giudicati dai più grandi artisti in assoluto per ciò che riguarda le percussioni. Per esempio John Beck o John Wooton e tutti gli artisti dei concerti serali. C’è una letteratura e una cultura che è ancora tutta da scoprire, soprattutto in Italia, per ciò che riguarda questa disciplina”. Nella struttura è allestito anche uno showroom permanente, una vera e propria fiera del settore. Il programma degli eventi serali prevede l’inaugurazione di mercoledì 16 settembre con un tributo al percussionista Vic Firth, recentemente scomparso, e poi a seguire ogni sera ci sarà un concerto: dal russo Theodor Milkov, al polacco Piotr Sutt, dal nostro Filippo Lattanzi allo svedese Anders Åstrand, fino a She-e Wu e David Friedman.
Un elemento importante: in questi tredici anni, Antonio Santangelo non si è mai avvalso di particolari finanziamenti pubblici. Gli altri anni c’era una piccola somma da parte del ministero dei Beni culturali, venuta meno per un banale cavillo burocratico; di aiuti da parte di Regione, Provincia e Comune neanche l’ombra. Sono la reputazione di “Days of percussion” e le competenze degli organizzatori e degli artisti e insegnanti coinvolti a reggere e portare avanti la kermesse. Parola ancora a Santangelo: “Accanto a una piccola somma di iscrizione dei ragazzi, ci sono sponsorizzazioni private. ‘Days of percussion’ è cresciuta nel tempo e ha acquistato credito a livello internazionale. Qui vengono davvero da ogni parte del mondo ed è questo che fa la differenza”.
Sembra strano, ma in Italia c’è ancora qualcosa che funziona grazie unicamente a capacità e competenze.