La nazionale lituana di basket non perde da undici anni contro l’Italia. L’ultima volta vinsero 81-77, era il 19 settembre 2013 e si giocava anche in quel caso un quarto di finale dell’Europeo. Nella competizione continentale hanno avuto la meglio loro sette volte su sette. Eppure stasera si può chiudere un cerchio, aperto dall’agosto 2004: semifinale olimpica di Atene, Italia-Lituania 100-91. Una delle giornate più belle nella storia della nazionale di basket. Da allora Azzurra non ha mai più battuto la Lituania, regina dei canestri baltici. Alle 21 tocca a Simone Pianigiani prendersi l’eredità di Carlo Recalcati e di quella squadra, raggiungendo Francia e Spagna tra le quattro grandi d’Europa.

“Fu una delle serate più belle della mia vita, speriamo che domani questo gruppo possa dire lo stesso di questo mercoledì di settembre”, dice a ilfattoquotidiano.it Gianluca Basile che ad Atene segnò 31 punti giocando una partita prossima al concetto di perfezione. E’ un’altra Lituania, diciamolo subito. Anche rispetto a due anni fa, quando sgambettò l’Italbasket nei quarti avviando un crollo che portò alla mancata qualificazione ai Mondiali. Qui vincere significherebbe mettere due piedi nel preolimpico, raggiungere l’obiettivo (più che) minimo di questo Europeo e alimentare sogni di medaglia. “Dipende solo da noi, abbiamo capito che se l’Italia gioca con intensità e rispettando alcune regole in attacco non ci sono molte squadre in grado di batterla. Il nostro talento è superiore a quello lituano. L’unico vero problema che possiamo avere è la loro stazza fisica”, commenta Basile.

Diventa quindi fondamentale la presenza di Andrea Bargnani, infortunatosi negli ottavi contro Israele. Pianigiani ha detto che il nodo verrà sciolto solo nelle ultime ore prima della palla a due, quando il giocatore dei Brooklyn Nets deciderà se giocare o meno sul risentimento al gemello mediale destro. Le sensazioni, tuttavia, sono positive. “Gli infortuni fanno parte della strada verso i trionfi – continua Basile, ex Fortitudo Bologna e Barcellona –. Bisogna sapersi adattare e l’Italia tra Gallinari, Melli e Cusin ha le carte giuste per tenere botta a un’eventuale assenza di Bargnani”. Meglio comunque esserci contro una delle squadre che più poggia le sue basi sui lunghi. Vicino ai tabelloni la Lituania può contare sul pivot dei Toronto Raptors Jonas Valanciunas, 211 centimetri e gran tecnica, e su Paulius Jankunas, esperta ala dello Zalgiris Kaunas.

Con Bargnani in campo l’Italia avrebbe un’arma micidiale per stanare i due, tanto importanti in area quanto – sulla carta – in difficoltà se portati lontani da canestro, dove le capacità realizzative del Mago restano importanti e non permettono alla difesa di concedere spazi. Un altro duello delicato, in grado di far pendere la bilancia, si gioca tra Alessandro Gentile, devastante contro Israele, e Jonas Maciulis, 34 punti con 11/13 al tiro negli ottavi. I due hanno la stessa stazza e i “vantaggi” che l’ala dell’Olimpia Milano ha potuto sfruttare finora si azzerano di fronte al giocatore del Real Madrid: chi riuscirà a limitare meglio il dirimpettaio avrà portato tanta acqua al mulino della squadra. “Le partite si vincono in difesa, se riusciamo a tenerli sotto i 65 punti ci sono altissime probabilità di vittoria – aggiunge Basile -. Loro sanno giocare e sono una squadra esperta, ci vorranno calma e tranquillità”.

Bisognerà anche evitare passaggi a vuoto, come il parziale di 15-0 che fece saltare il banco due anni fa in Slovenia,  e tenere conto che i lituani non mollano la presa fino all’ultimo. Nei gironi hanno superato Ucraina e Estonia vincendo di 1 e 2 punti e vissuto la miglior serata contro la Lettonia (68-49). Le sconfitte sono arrivate contro Belgio e Repubblica Ceca, sempre di misura. Difficile immaginare una gara diversa da un testa a testa. Conterà molto la capacità di rimanere sul pezzo e di superare le onde degli avversari, come gli azzurri hanno già fatto contro Spagna e Germania. Nel 2013 i lituani potevano contare su Lavrinovic, Kleiza, Pocius e Motiejunas. Dopo aver battuto l’Italia arrivarono all’argento. Oggi quei quattro, tra anagrafe e infortuni, non sono a Lille. L’Italia ha maggiore esperienza, è forgiata mentalmente dal girone di ferro e, Datome a parte, può dirsi al completo. I tempi sono maturi per passare uno straccio su quella serata magica di Atene.

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