La commissione ha acquisito il verbale dell’interrogatorio di Odevaine davanti ai pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli dell’11 luglio (è possibile leggerlo su ilfattoquotidiano.it) e basta confrontarlo con le dichiarazioni di Castiglione per scoprire la reticenza del sottosegretario. Odevaine racconta di essere stato portato da Castiglione (soggetto attuatore delegato a gestire l’assegnazione dell’appalto del Cara di Mineo nel 2011) a pranzo con Salvo Calì, presidente del consorzio Sisifo, la coop rossa che poi vincerà la gara con La Cascina: “Arrivare la prima volta a Catania e trovarmi Castiglione che era il soggetto attuatore già con un imprenditore (Calì, ndr) insomma la cosa non mi è sembrata molto corretta”.
Il 24 giugno scorso convocato in commissione, Castiglione svicola alla domanda di Vega Colonnese del M5S e dimentica il terzo partecipante al pranzo che tutti cercavano da mesi. “Quando Odevaine è venuto per la prima volta l’avrò anche potuto invitare a pranzo” ma aggiungeva “nessuno avrebbe mai potuto pensare di individuare un soggetto che poi avrebbe dovuto gestire le attività”. Odevaine ha raccontato una storia diversa e ha parlato anche di un incontro al bar Ciampini con Castiglione e il capo della Cascina Salvatore Menolascina e poi di un altro incontro al ministero con Castiglione e con i manager de La Cascina separatamente. “Non ricordo l’incontro al bar con Odevaine – dice il sottosegretario al Fatto – e non ho mai visto Menolascina al ministero”.
La commissione ha il coraggio di fare queste domande? Altrimenti non è un’inchiesta ma solo un’‘ammuina’.
il Fatto Quotidiano, 16 settembre 2015