La nomina per il dipartimento immigrazione, gli appalti al Cara di Mineo, i rapporti con la Cascina: il partito di Alfano "tramava" per "piazzare" il prefetto Morcone. L'ex vicecapo di gabinetto di Veltroni racconta di cene, finanziamenti e accordi segreti. Smentendo la deposizione dell'ex presidente della provincia di Catania davanti alla commissione d'inchiesta sui centri richiedenti asilo
Sul Cara di Mineo cade il governo. Aveva previsto Salvatore Buzzi. Se si legge con attenzione il verbale integrale (finora pubblicato per brevi stralci) di 150 pagine reso da Luca Odevaine il 11 luglio scorso la sensazione è che Buzzi non abbia esagerato molto con la sua profezia.
Odevaine confessa di essere stato il regista della commissione che ha truccato la gara del 2011 per far vincere il raggruppamento che includeva la coop rossa Sisifo e il gruppo Cascina vicino a Cl. Ma l’ex capo della polizia provinciale di Roma racconta anche una serie di incontri tra lui, il sottosegretario Giuseppe Castiglione e i manager della Cascina, aventi ad oggetto proprio il Cara di Mineo. Secondo Odevaine, i manager della Cascina che poi sono stati arrestati a giugno per i rapporti con lui avevano un filo diretto con Castiglione e lo incontravano al ministero.
Inoltre ci fu un incontro a tre tra lui, il capo della Cascina, Salvatore Menolascina, e Castiglione, al bar Ciampini di Roma. Il problema è che quegli incontri (se avvenuti) sono stati nascosti dal sottosegretario alla commissione Parlamentare. Non basta. Odevaine racconta di avere saputo da Menolascina, finito agli arresti domiciliari proprio per aver corrotto Odevaine per le gare del centro di Mineo, che ci fu un incontro a Bari in occasione della convention del Ncd del gennaio 2014 al quale parteciparono i manager della Cascina e i ministri Lupi e Alfano di Ncd. In quell’incontro si parlò anche della nomina del capo del Dipartimento Immigrazione, postazione chiave che poi finirà a Mario Morcone.
“Vi sto riferendo cose sentite da Salvatore Menolascina”, premette Odevaine: “Non ricordo per quale motivo legato a Mineo ci dovevamo sentire con Menolascina e lui mi disse: ‘guarda non ti preoccupare perché ci sarà domani la prima uscita pubblica con la formazione del partito Ncd a Bari’. Mi disse: ‘Guarda ci sarà una cena in cui dobbiamo parlare di varie cose in occasione di questo convegno a casa di mia sorella’. Quindi c’è stata – prosegue Odevaine – a casa della sorella di Menolascina una cena con il ministro Lupi, il ministro Alfano, Castiglione non ci giurerei, ma che lui avrebbe parlato con il ministro Alfano”. Castiglione al Fatto nega: “Io a Bari non c’ero”. Il 3 gennaio 2014, Menolascina dice a Cavallo (intercettato dai pm di Firenze): “Mi ha chiamato Mauri (Lupi, ndr) e mi ha detto che sabato 11 sono a Bari e venerdì se vogliamo lui farebbe una cosa anche con la moglie. Lui ha detto ‘riservati’ e io gli ho detto ‘a casa di Nica’ (la sorella di Menolascina si chiama in realtà Micaela, ed è sposata con un manager della Cascina, Paolo Ranieri, ndr) e lui ha detto ‘sarebbe l’ideale’”.
Scrive poi il Ros dei carabinieri: “Menolascina aggiunge che a questa cena ristretta dovrebbero partecipare sicuramente loro due e Domenico Viola della cooperativa La Cascina”. Melolascina prosegue: “No me l’ha spiegato bene cosa vuole fare ha detto: ‘poi se a te interessa, faccio… Angelino e Quaglia’. Facciamo loro tre e quattro di noi, capito? Però dobbiamo decidere se lo vogliamo fare a casa di Nica o al Palace”. L’incontro proposto da Lupi al capo della Cascina si farà al Palace. Il punto però è il tema dell’incontro. “Se non ricordo male – spiega Odevaine ai pm romani – in relazione alla nomina del direttore generale del ministero che era vacante, perché a un certo punto la dottoressa Pria ha lasciato l’incarico (…) quindi si ragionava sulla nomina del successore.
Perché, da quello che mi raccontava Menolascina, c’era una differenza di vedute sul nominativo del direttore generale da parte di Alfano e da parte del suo capo di gabinetto”. Chissà se Odevaine dice la verità. Di certo il venerdì 10 gennaio il Ros di Firenze nell’inchiesta sulle grandi opere intercetta una telefonata di Maurizio Lupi che conferma a Menolascina l’incontro: “Quindi di noi c’è io, Quagliarello… Angelino (Alfano, ndr), Schifani e Cassano”. Il tutto preceduto da un incontro di dieci minuti, più riservato tra Menolascina, Lupi e un terzo non nominato.
Odevaine lascia intendere che il nome del capo del dipartimento immigrazione, ruolo chiave per controllare gli appalti della Cascina, è stato scelto dopo un incontro tra il capo della Cascina e il ministro Alfano con Lupi, entrambi di Ncd, in una convention finanziata dalla stessa Cascina. “Menolascina mi disse o mi fece capire che loro avevano finanziato la presentazione di Bari del Ncd”. E anche qui c’è un piccolo riscontro dai pm di Firenze: La Cascina paga i 470 euro del biglietto aereo della moglie del ministro Lupi per andare a Bari. Proprio in quel periodo La Cascina, che poi vincerà la gara dell’aprile 2014 per il centro di Mineo, paga parcelle profumate a Francesco Cavallo.
A distanza di cinque mesi, nel giugno 2014, su proposta del ministro dell’interno Angelino Alfano, il governo ha nominato effettivamente il prefetto Mario Morcone per quel posto così delicato. Morcone era stato indagato nel 2009 dal pm Henry John Woodcock proprio per i suoi rapporti con il mondo della Cascina nell’assistenza all’immigrazione, poi prosciolto. Inoltre Morcone si è segnalato nel marzo del 2015 per un intervento in Parlamento contro il parere del capo dell’Anticorruzione Raffaele Cantone che sosteneva bisognasse annullare la gara di Mineo, vinta dalla Cascina, perché contraria alle regole. Morcone ai parlamentari dice: “Ho qualche dubbio sulla decisione del presidente Cantone (…) a certe situazioni bisogna fare attenzione perché ci sono sicuramente aspetti di opacità ma anche tanta gente per bene”.
Da Il Fatto Quotidiano di mercoledì 16 settembre 2015