Riflettori puntati sull’Emilia-Romagna per la quindicesima edizione del Festival della Filosofia con una previsione di oltre 200mila presenze a dimostrazione del fatto che il mercato della cultura è tutt’altro che in crisi, anzi si riscopre più vitale che mai. Modena, Carpi e Sassuolo dal 18 al 20 settembre saranno teatro degli oltre 200 appuntamenti gratuiti per approfondire il significato della parola “ereditare”, tema dell’edizione 2015, in tutte le declinazioni possibili. Un tema diverso per ogni anno, dalla prima edizione del 2001, che individua al tempo stesso un concetto chiave della tradizione filosofica e una questione calda dell’esperienza contemporanea.
Tre città, dunque, e 40 luoghi diversi per confrontarsi con questo argomento attraverso 50 lezioni magistrali, fulcro della manifestazione, in cui maestri del pensiero filosofico – da François Hartog (directeur d’études presso il “Centre de recherches historiques” dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi) a Zygmunt Bauman (professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e Varsavia) e poi Pier Giorgio Solinas (professore di Etnologia presso l’Università di Siena) e Remo Bodei (professore di Filosofia presso la University of California a Los Angeles, tra i massimi esperti delle filosofie dell’idealismo classico tedesco e dell’età romantica) – stimoleranno il pubblico a riflettere sull’“ereditare” nella società contemporanea toccando tutti i vari aspetti che ruotano attorno a questo verbo.
Si discuterà di tempo e memoria, di eredità e cambiamento – dai cambiamenti nelle forme della trasmissione culturale ai mutati rapporti tra le generazioni –, di autonomia individuale e retaggio, del ruolo del patrimonio storico-artistico per la memoria e, da non trascurare, si parlerà di emergenza educativa nella scuola e in tutti quegli ambiti che concorrono ad assolvere a tale scopo in una pluralità di voci e prospettive filosofiche a volte anche divergenti. E poi soprattutto la responsabilità verso le generazioni future, in quale stato erediteranno il pianeta e quale tipo di impegno è urgente assumere per la sua salvaguardia, poiché il pianeta è di tutti, è un bene comune. E a questo proposito Stefano Rodotà spiegherà che altrettanto universale è il diritto al cibo, perché attraverso l’accesso all’alimentazione passa la definizione stessa di dignità e cittadinanza.
Tra gli altri nomi di spicco Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Gianrico Carofiglio, Ezio Mauro, Federico Rampini, Gustavo Zagrebelsky. Alle lezioni magistrali si aggiungono anche le lezioni dei classici, ovvero quei testi che hanno costituito modelli fondamentali o hanno segnato svolte concettuali rilevanti nella storia del pensiero occidentale proprio sul tema dell’ereditare, sapientemente commentati da grandi esperti. Mario Vegetti commenterà “l’Apologia di Socrate” di Platone, “la Fisica di Aristotele” sarà discussa da Enrico Berti, alle “Confessioni di Agostino” sarà invece dedicata la lezione di Maria Bettetini.
Non manca, inoltre, un vastissimo programma creativo ricco di incontri, narrazioni, performance, mostre, film e docufilm, spettacoli, musica, letture, cene filosofiche con un’attenzione particolare ai bambini, destinatari non secondari dell’evento, a cui sono riservati giochi, laboratori – molti dei quali da vivere insieme alle famiglie – mercatini di libri, tutto a loro misura.
Non mancheranno neppure le occasioni per condividere i piaceri della buona tavola che, in Emilia, sono vera e propria “filosofia”. Approfittando del tema di quest’anno, infatti, il noto filosofo e gourmet Tullio Gregory, che firma la sezione “cucina filosofica” sin dalla prima edizione, ha ideato un percorso gastronomico che verrà proposto per tre giorni in 80 ristoranti ed enoteche di Modena, Carpi e Sassuolo per rivendicare e riproporre la grande eredità della cucina emiliana. “Eredità” è l’ingrediente principale degli otto “menu filosofici” che vogliono sottolineare la centralità del convito nella civiltà umana. Pronti, dunque, per un trionfo di tigelle con lardo e parmigiano reggiano, gnocchi, lasagne, tagliatelle e ovviamente tortellini, perché l’eredità passa anche dalla tradizione della buona tavola.