Proprietà taiwanese, produzione cinese, ingegneria europea, design italiano. Un nuovo attore si presenta al mondo dell'auto con una vettura sportiva ad alte prestazioni, rigorosamente elettrica
Seicentocinquanta chilometri di autonomia in modalità elettrica. Una percorrenza di 300 con una ricarica di mezz’ora. A pochi metri di distanza dallo stand Tesla, e in un padiglione poco distante da quello in cui la Porsche ha esibito la fotografatissima concept Mission E (600 chilometri di raggio d’azione e 80% del pieno di energia in 15 minuti), la praticamente sconosciuta Thunder Power ha messo in vetrina un modello che potrebbe “sconvolgere” gli equilibri a zero emissioni.
L’operazione Thunder Power è planetaria: proprietà taiwanese, produzione cinese, ingegnerizzazione paneuropea, design italiano. Un dato interessante è quello sul prezzo, quasi la metà della Tesla Model S: 65.000 dollari per l’entry level, che debutterà in Cina nel 2017 (anche se tra comunicazioni verbali e i comunicati stampa non c’è piena coerenza). Con il 2018 è fissato il lancio anche nel Vecchio Continente. Potentissimi i motori previsti: 230 e 320 kW (ossia 313 e 435 CV) con una coppia di 320 e 560 Nm rispettivamente. L’accelerazione da 0 a 100 di cui viene accreditata la filante sedan è di 6 e 5 secondi, con velocità di punta di 215 e 250 km/h. Una berlina decisamente sportiveggiante, insomma. Almeno sulla carta.
In una parte più nascosta dello stand, c’è una declinazione da competizione del modello: a trazione integrale e costruita sulla medesima piattaforma per veicoli elettrici della berlina. Sugli interni – che presentano una suggestiva plancia con un grande schermo orizzontale – Zagato ha fatto sapere di voler ancora lavorare. Le batterie ad alta densità agli ioni di litio verranno piazzate sul fondo della vettura per mantenere un baricentro basso e distribuire i pesi, che non sono indifferenti: si parla di 2.000 chilogrammi. Thunder Power annuncia un sosfisticato sistema di controllo della batteria e un “innovativo sistema di bilanciamento della carica” in grado di rallentarne l’invecchiamento.
Esattamente come una rondine non fa primavera, un prototipo non fa volumi. E tuttavia il progetto Thunder Power è interessante perché c’è parecchia Italia coinvolta. Zagato si occupa del design, poi ci sono Dallara e OZ. Tra i manager c’è Peter Tutzer, in passato direttore tecnico del gruppo Lotus, a capo dell’ingegnerizzazione della Bugatti Veyron e alle dipendenze del gruppo Valsella per il quale si era occupato di piani per Fiat e PSA.