Dopo aver ascoltato in ufficio di presidenza una istruttoria svolta dal questore Stefano Dambruoso di Scelta Civica, Laura Boldrini ha deciso di costituire Montecitorio nel processo ai due ex massimi dirigenti del Carroccio per truffa aggravata ai danni dello Stato nella vicenda dei 40 milioni di rimborsi elettorali
Dopo il Senato, arriva anche la Camera dei deputati a costituirsi parte civile nel processo a Umberto Bossi e Francesco Belsito, ex segretario e tesoriere della Lega Nord. I due ex massimi dirigenti del Carroccio sono imputati, insieme a Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci, revisori dei conti del partito, per truffa aggravata ai danni dello Stato nella vicenda dei 40 milioni di rimborsi elettorali utilizzati per fini diversi da quelli politici.
Dopo aver ascoltato in ufficio di presidenza una istruttoria svolta dal questore Stefano Dambruoso di Scelta Civica, la presidente della Camera Laura Boldrini ha deciso di costituire Montecitorio contro Bossi e Belsito. Alla riunione erano assenti sia i due rappresentanti di Forza Italia, il questore Gregorio Fontana e il vicepresidente Simone Baldelli, sia quello della Lega, Davide Caparini.
A chiedere alle due camere di decidere se costituirsi o meno parti civile, in vista del’udienza del prossimo 23 settembre, è stato il giudice per l’udienza preliminare di Genova, dove si terrà il procedimento. Palazzo Madama aveva già dato il suo via libera dopo aver incaricato l’avvocatura dello Stato. Per Bossi, Belsito e i revisori dei conti del Carroccio era stato chiesto il rinvio a giudizio nel febbraio scorso dal pm genovese Paola Calleri, dopo che il procedimento era stato spostato per competenza dalla prociura di Milano. I cinque imputati erano poi stati mandati a processo il 21 maggio scorso dal gup Massimo Cusatti che ha fissato l’inizio del processo proprio per il 23 settembre.