E’ nata una stella? No, una scuola, e si festeggia. Comincia il primo anno scolastico per alcune classi d’istruzione superiore, in un quartiere di periferia, in una comunità definita difficile, di una città difficile.
Nel quartiere di Librino, a dieci chilometri dal centro della città di Catania, dopo dieci anni d’impegno di lotta civica, degli abitanti, dei genitori, delle associazioni, e in prima linea dei dirigenti scolastici delle scuole e medie ed elementari, adesso si celebra la nascita di classi di liceo Musicale, liceo Artistico, e istituto Alberghiero a indirizzo enogastronomico.
Gli abitanti fanno festa, le classi sono state già inaugurate sotto lo sguardo delle autorità tutte, con tanto di sindaco in fascia tricolore e una popolazione plaudente, i primi iscritti varcheranno la soglia delle loro aule accompagnati dall’inno di Mameli suonato dall’orchestra delle scuole librinesi.
L’esistenza del livello superiore dell’istruzione in una comunità conosciuta per il malaffare, additata come zona abitata da emarginati, con una vita ai limiti della legalità, che invece con determinazione e costanza ha chiesto per un decennio che i più giovani potessero frequentare un liceo o un istituto superiore nel proprio quartiere, merita tutti i festeggiamenti del caso. Mentre l’eco dell’esodo dei docenti italiani dal sud al nord del paese raggiunge le pagine della stampa internazionale, la nascita degli istituti omnicomprensivi Enrico Pestalozzi e Angelo Musco di Catania, nel quartiere di Librino è una boccata d’aria fresca in questa coda d’estate. Una storia di vera coesione sociale, dove la periferia ha dialogato con il centro, si sono incontrate più pratiche virtuose anche nella mobilità. “Per andare al liceo a Catania dovevamo prendere tre bus che non passavano mai – ha raccontato un giovane librinese, oggi padre di famiglia, e tifoso dei licei appena nati – i miei mi hanno comprato uno scassatissimo motorino, ma molti miei compagni si sono persi per strada, hanno abbandonato l’impresa di meritarsi almeno il diploma”.
Tra qualche giorno, potrebbero essere i catanesi del centro storico, o della Catania bene dei bei palazzi sul lungomare a volere prendere un tram veloce “Librino Express” che in dieci minuti li porterà a conoscere le studentesse e gli studenti dei licei artistici e musicali, e partecipare alle manifestazioni che sono già nelle idee dei comitati e associazioni della comunità. E se qualcuno vuole spargere la polverina grigia della “ghettizzazione” su questa iniziativa, trova un fronte compatto: il preside dell’Istituto comprensivo Angelo Musco ha fatto sapere di aver ricevuto per il prossimo anno scolastico richieste d’iscrizione al liceo, musicale e artistico da studenti che non sono residenti a Librino, ma in altre aree della città o da comuni limitrofi, come Misterbianco, Paternò, Adrano. Sonia Messina, una delle più entusiaste portavoce di Librino parla di “restituzione di dignità a chi ha fatto molti sforzi per emergere da un territorio sensibile certo, ma con energie fresche, con una popolazione giovane, che può arricchire con la propria diversità l’intera città, finalmente senza separazioni, acquisendo un più consapevole diritto di cittadinanza partecipativa”.
E già qualcuno fantastica e guarda lontano: a una smart community dove negli stessi edifici scolastici, ci saranno studenti di diverse età, che possono realizzare un percorso di apprendimento collaborativo intergenerazionale. Progetti che sono già codificati nell’innovazione internazionale che rende fecondo il territorio, realizzando progetti vantaggiosi. Capofila sono sempre le scuole, oggi rappresentano l’eccellenza addirittura in Europa come l’Istituto Pacioli di Crema o il Liceo, Attilio Bertolucci di Parma in rete con biblioteche palestre, centri di orientamento, poli per l’auto-impresa, hanno fatto della scuola un punto di riferimento fondamentale per tutto un comprensorio. Altre scuole hanno aperto aule e laboratori, per la formazione degli adulti, con l’utilizzo mediato delle tecnologie. Perché no a Librino, che ha una popolazione giovane dove su 80mila abitanti, 7 su 10 sono sotto i 25 anni, che potrebbe inaugurare percorsi d’istruzione informale, per esempio. Senza dimenticare che siamo in un territorio difficilissimo, dove abita una popolazione illusa dalle pubbliche amministrazioni che si sono succedute sin dagli anni Sessanta, qui doveva sorgere una città satellite, fu disegnata dall’architetto giapponese Kenzō Tange, una new town, interconnessa da agili sopraelevate che avrebbero dovuto costituire un asse di collegamento tra l’aeroporto e tutte le altre infrastrutture. Tutto disatteso. Sono seguiti anni tragici per la popolazione di Librino, è arrivata la mafia, la droga, l’abbandono e il degrado. Antonio Presti, mecenate e fondatore di Fiumara d’arte, ha realizzato per Librino un’opera simbolica e maestosa come la Porta della Bellezza, e ha investito energie e risorse per la rinascita del quartiere, con i comitati civici, e le associazioni. Oggi è la scuola, che prende in mano la vera rinascita sociale e culturale di un quartiere. “Qui c’è davvero fame di scuola”, hanno affermato i dirigenti scolastici Emanuele Rapisarda e Cristina Cascio, dei due istituti coinvolti.
Così dal giorno dell’inaugurazione Librino è in festa, e per sabato sera si attendono band musicali e sostenitori che arriveranno dalla città intera, e anche da più lontano. “Venite numerosi a festeggiare nostri nuovi e licei”, dicono gli organizzatori. Sembra una di quelle occasioni per le quali vale il viaggio.
Io faccio la valigia.