L'episodio, come riporta Il Mattino di Padova, risale ad agosto. La ragazza ha accusato il rampollo di una nota famiglia di mobilieri. La violenza sarebbe avvenuta nella discoteca Eurobaita di Castelfranco Veneto. "Ci vorrebbe un bell’immigrato che le facesse capire cosa significhi uno stupro", le ha scritto qualcuno
Il rampollo di una famiglia di mobilieri, una 15enne che lo accusa di violenza sessuale, Facebook trasformato in un tribunale senza giudici, dove le sentenze vengono emesse senza potersi appellare. “Ci vorrebbe un bell’immigrato che le facesse capire cosa significhi uno stupro”, scrive qualcuno. “Comunque vada lei ha 15 anni e tu sei maggiorenne“, replica un’altra.
La vicenda inizia la sera tra il 21 e il 22 agosto, giorno in cui Filippo Roncato, 20enne di Loreggia, comune del Padovano, avrebbe stuprato una ragazza minorenne nella discoteca Eurobaita di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso. Stando alle accuse, l’ha trascinata in un angolo nascosto in cui credeva di non essere visto da nessuno, le ha messo le mani sul seno e ha cominciato a baciarla nonostante lei continuasse a rifiutarsi. Poi – sempre secondo il racconto della 15enne – l’ha costretta a un rapporto sessuale completo.
La ragazzina si è opposta con tutte le sue forze e alla fine lui ha dovuto desistere: lei è scappata in lacrime e lui è tornato dagli amici che lo aspettavano. La 15enne ha poi raccontato tutto ai suoi genitori, che l’hanno accompagnata a sporgere denuncia.
Il nome del ragazzo, che è pr per locali di Jesolo e dell’Alta padovana, è stato reso noto solo pochi giorni fa, scatenando su Facebook una serie di messaggi in sua difesa ma, soprattutto, di insulti nei confronti ragazza.
Se per difendere Roncato sono stati perlopiù avanzati dei dubbi, per attaccare la ragazzina gli utenti di Facebook sono arrivati alla violenza: “Spero ti stuprino veramente così sai cosa vuol dire! Incolpare un ragazzo così perché fa comodo! Rovinare la faccia a lui e alla sua famiglia”, “Ci vorrebbe un bell’immigrato che le facesse capire cosa significhi uno stupro”.
“Ho letto le cattiverie di tante donne, e sono figlie e madri, e non capisco davvero perché invece di solidarizzare mi attacchino e mi offendano senza mezzi termini” – ha detto la ragazza a Il Mattino di Padova – “Dopo quella sera mi sono chiusa in casa, non volevo vedere nessuno, per due settimane sono rimasta in uno stato di choc. E ora mi vedo tutta questa bestialità finire addosso, tutta questa cattiveria. Non capisco, davvero non capisco”.
Roncato dice di non sapere niente di quello che sta accadendo sul social. Il gip di Treviso ha emesso un ordine di custodia cautelare nei suoi confronti, è agli arresti domiciliari, tenuto sotto controllo dal braccialetto elettronico e può comunicare telefonicamente solo con i suoi familiari: non ha accesso alla sua pagina Facebook.