Era prevista la visita di Matteo Renzi a Piacenza per discutere dell’emergenza alluvione e ai dipendenti della Prefettura è stato chiesto di andare a casa in anticipo. E’ quanto accaduto ieri, giovedì 17 settembre, poco prima dell’arrivo del presidente del Consiglio all’incontro con i sindaci più colpiti dal disastro che ha devastato Valtrebbia e Valnure e fatto registrare due morti e un disperso. “Aveva paura di essere contestato”, hanno commentato i lavoratori. Poco prima infatti i rappresentanti sindacali avevano diffuso una lettera aperta al leader Pd per protestare contro la decisione di chiudere la Prefettura, come previsto dallo schema del decreto sulla nuova organizzazione del ministero dell’Interno che per Piacenza prevede anche la chiusura della questura – declassata a commissariato – e il Comando dei vigili del fuoco.
La lettera è stata inviata ai giornali intorno alle 13.30 e poco dopo ai dipendenti è stato chiesto di lasciare il luogo di lavoro in anticipo. Per questo i segretari generali della Funzione Pubblica Cgil Stefania Bollati, il responsabile funzioni centrali per la Cisl Fp di Parma e Piacenza Ernesto Catino e il segretario Uil Pa Emilia Giorgio Franchini – si sono detti “allibiti” e “sconcertati”. “Se corrisponde al vero”, hanno scritto in una nota, “chiediamo subito che ci venga data una spiegazione. Crediamo che sia una misura inspiegabile e inaccettabile. Dopo l’alluvione che ci ha colpito, in un momento in cui i servizi devono rimanere aperti il più possibile per la cittadinanza e gli enti coinvolti, ci sembra un autogol clamoroso mandare a casa i dipendenti civili della Prefettura anticipatamente alle 14 perché arriva il presidente del Consiglio. Ci venga spiegata la ratio di questa scelta e da chi è stata presa”.
I sindacati hanno poi aggiunto che “non ravvisiamo motivi che possano aver spinto a far uscire dagli uffici i dipendenti della Prefettura”. Nella lettera aperta i lavoratori ringraziavano il leader Pd dell’arrivo a Piacenza in occasione dell’emergenza maltempo e argomentavano come su questo territorio decidere di accorpare, declassare o chiudere Prefettura, questura e scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato sia una scelta tutt’altro che lungimirante. “Una lettera che – hanno concluso i sindacati – ci auguriamo che il capo di gabinetto abbia consegnato al primo ministro. Chiediamo con forza che questa vicenda venga chiarita al più presto”.
A criticare l’atteggiamento del premier, anche il Siap, sindacato autonomo di polizia, attraverso una lettera indirizzata proprio a Renzi dal suo segretario locale, Sandro Chiaravalloti: “Ha evitato il contatto con i cittadini, con le persone disperate. Forse sapendo che un eventuale incontro con quelli che dovrebbe rappresentare, li avrebbe portati ad esternare la loro rabbia con qualche possibile fischio e insulto a tutto quello che la politica oggi rappresenta. Guardi le persone da uomo, e non da politico, e forse capirà meglio il loro disagio”.