Cronaca

Pisa, “scoperta serie di Fibonacci sulla facciata della chiesa di San Nicola”

Il restauro ha permesso di riportare alla luce le geometrie dell’intarsio contenuto nella lunetta sopra il portale, che secondo il professore Pietro Armienti sono un esplicito richiamo alle scoperte del matematico

Sono riemerse grazie a un recente restauro che ha riportato i marmi della chiesa di San Nicola in via Santa Maria a Pisa all’antico splendore. Sono le geometrie dell’intarsio contenuto nella lunetta sopra il portale, un “esplicito riferimento alla celebre serie di numeri” di Leonardo Fibonacci (Pisa 1175 circa – 1235 circa), primo grande matematico dell’Occidente cristiano.

Ne è convinto il professore Pietro Armienti, docente di petrologia e petrografia dell’Università di Pisa, che recentemente ha pubblicato il suo studio sul “Journal of Cultural Heritage“, che ha permesso di interpretare proprio le eleganti geometrie della lunetta come un riferimento alla successione numerica individuata da Fibonacci.
“Per secoli i segni del tempo avevano reso illeggibili gli intarsi della facciata della chiesa, la cui costruzione, che risale al XIII secolo, viene da molti attribuita a Nicola Pisano – commenta il professore Armienti – Dopo il restauro, il messaggio scolpito nella lunetta del portale è emerso in tutti i suoi dettagli e ci ha permesso di dimostrare che il pregevole manufatto, che ha comportato il lavoro congiunto di matematici, teologi, artigiani, celebra le intuizioni che segnarono a Pisa la nascita di una scuola di pensiero capace di trasformare la visione medievale del mondo e di fare della città la culla della pensiero scientifico moderno“.

Secondo l’interpretazione del professor Armienti, le eleganti simmetrie dell’opera sono un richiamo diretto alle scoperte del matematico pisano: “Se si assume come unitario il diametro dei cerchi più piccoli dell’intarsio, i più grandi hanno diametro doppio, i successivi triplo, mentre quelli di diametro 5 sono divisi in spicchi nei quadratini ai vertici del quadrato in cui è inscritto il cerchio principale, quello centrale ha diametro 13 mentre il cerchio che circoscrive i quadratini negli angoli ha diametro 8. Gli altri elementi dell’intarsio disposti secondo tracce circolari individuano circonferenze di raggio 21 e 34, infine il cerchio che circoscrive l’intarsio ha diametro 55 volte più grande del circolo minore. 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55 sono i primi nove elementi della successione di Fibonacci”.

Per Armienti, il riferimento non potrebbe essere più esplicito e collega direttamente l’intarsio all’opera del grande matematico o a una cerchia di suoi diretti collaboratori o allievi: “L’intarsio di fatto è un abaco per rappresentare numeri irrazionali come il rapporto Aureo f, oltre che per calcolare con un’ottima approssimazione i lati dei poligoni regolari inscritti nel cerchio diametro maggiore. Si tratta dunque di un importante monumento la cui presenza era stata concepita per l’educazione delle élites, secondo il programma della filosofia scolastica: un dono prezioso della sapienza degli antichi giunto dopo ottocento anni di oblio e la cui presenza va valorizzata”.