“Teoria gender”, l’ira della Giannini: “basta con questa truffa culturale, pronti a denunciare”. “Chi ha parlato e continua a parlare di ‘teoria gender’ in relazione al progetto educativo del governo Renzi sulla scuola compie una truffa culturale e voglio dire con chiarezza che ci tuteleremo con gli strumenti adeguati”. È quanto affermato a Radio 24 da Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione.
Parole a dir poco sconcertanti, non c’è che dire. Cioè, fatemi capire, se io dico – come dico – che esistono maschi e femmine, mamme e papà, e che non condivido l’idea di insegnare nelle scuole che si sceglie liberamente se essere maschi o femmine, genitori 1 o genitori 2, verrò denunciato? Mi si negherà il diritto d’opinione?
Ma come? Dov’è finito il #jesuischarlie? Dov’è finita la libertà di opinione sempre encomiata (a parole) dal pensiero liberale? Dov’è andato a nascondersi quel Voltaire sempre invocato, a sproposito, per la frase “non condivido le tue idee ma mi batterò fino alla morte per il tuo diritto di esprimerle”? Ma, soprattutto, che fare dei testi della tradizione occidentale?
Il ministero della Verità e della Buona Scuola deciderà autorevolmente che occorre mettere all’indice dei libri proibiti Aristotele, che parla della famiglia composta da uomo e donna? Metterà all’indice Hegel, che vede nel matrimonio tra due persone di sesso diverso il fondamento della “vita etica”? E che farà, poi, dei perfidi Agostino e Tommaso d’Aquino?
Ma come? Non si continua forse a ripetere maniacalmente che la “teoria gender” non esiste? E dunque? La Giannini vuole censurare ciò che non esiste? C’è qualcosa che non torna, in effetti.
Anche i signori capitalisti dicono, guarda caso, che non esiste alcuna “ideologia capitalista” e che quello da loro propugnato è il modo naturale di essere al mondo dell’uomo. Basta leggere Marx per saperlo. Egli ci ha, in effetti, mostrato come ogni ideologia tenda a negare il proprio carattere ideologico: a presentarsi come naturale-eterna, e non storico-sociale. Il comunismo non è riuscito a realizzare la società senza classi. L’odierno monoteismo del mercato sta invece riuscendo, per ironia della storia, a realizzare la società senza sessi: la società asociale degli atomi unisex interscambiabili, dotati di una sola identità, quella del consumo delle merci e del nichilismo economico. Su questo tema, si veda il libro-inchiesta di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta, “Unisex” (Arianna, 2015).
Chi appoggia l’ideologia gender, lo sappia oppure no, è connivente con questa nuova “mutazione antropologica”, come l’avrebbe chiamata Pasolini.