Plutone e le sue montagne viste sempre più da vicino grazie alle nuove immagini pubblicate dalla Nasa. A scattarle la sonda New Horizons, durante il sorvolo del 14 luglio. Quello che rimane immortalato è un paesaggio mozzafiato, con montagne di ghiaccio che emergono dalla nebbia e pianure di azoto congelato. Per la Nasa il paesaggio è straordinariamente simile a quelli polari della Terra.
“Queste immagini ci fanno davvero sentire lì e rivelano nuovi dettagli della superficie e dell’atmosfera di Plutone”, ha detto il responsabile scientifico della missione, Alan Stern, del Southwest Research Institute, a Boulder. Alcune foto sono state scattate durante il sorvolo, altre dopo 15 minuti dall’avvicinamento a Plutone, quando New Horizons si è voltata a guardare ancora il pianeta nano e lo ha fotografato quasi al tramonto.
Si vede un primo piano delle maestose montagne alte 3.500 metri che “incorniciano” parte della distesa di ghiaccio d’azoto, chiamata Sputnik, nel cosiddetto “cuore” di Plutone. Alle spalle della pianura di azoto congelato le foto rivelano strutture simili a fiumi di ghiaccio, che secondo la Nasa somigliano ai flussi di ghiaccio che scorrono ai margini della calotte polari, in Groenlandia e Antartide.
La sonda ha immortalato anche gli strati di foschia che si estendono fino a 100 chilometri dalla superficie. “Oltre ad essere di forte impatto visivo, queste nebbie mostrano che anche su Plutone, come sulla Terra, il tempo cambia ogni giorno”, ha detto Will Grundy, del Lowell Observatory, a Flagstaff. La nebbia e i flussi di ghiaccio, secondo la Nasa sarebbero “spie” che sul pianeta nano vi sarebbe un ciclo dell’azoto simile a quello dell’acqua sulla Terra.
“Non ci aspettavamo di trovare un ciclo simile su Plutone, date le condizioni di freddo estremo che vi sono alla periferia del sistema solare”, ha rilevato Alan Howard, dell’università della Virginia. Il ciclo sarebbe innescato dalla luce fioca del Sole che farebbe evaporare l’azoto ghiacciato che poi cadrebbe sulla superficie come neve. ”Plutone è sorprendentemente simile alla Terra in questo senso – ha aggiunto Stern – e nessuno lo aveva immaginato”.