Dopo la Commissione europea, anche l’agenzia di rating Moody’s boccia l’eliminazione delle tasse sulla prima casa promessa dal premier Matteo Renzi. Gli analisti, infatti, notano che non è chiaro quali saranno le coperture per la prospettata cancellazione di Imu e Tasi. E sottolineano che il venire meno di quelle risorse rischia di ridurre lo spazio di manovra delle amministrazioni locali, nonostante Renzi abbia promesso che ai sindaci verrà restituita una cifra identica a quella persa. Non solo: “In generale le tasse sulla proprietà sono meno distorsive di altre”, mentre “la riduzione delle tasse sul lavoro e sulle imprese è ‘credit positive’, cioè ha un effetto positivo sul merito di credito sovrano (rating)”. Insomma, anche l’agenzia auspica che la riduzione delle tasse ci sia, ma parta dal cuneo fiscale che pesa sulle buste paga e sui bilanci delle aziende.
I tagli fiscali, ha spiegato l’analista Marco Zaninelli presentando a Milano il documento di aggiornamento sull’Italia presentato, “possono minare il consolidamento dei conti pubblici se non adeguatamente finanziati”. In più, ha detto, anche l’Ocse sottolinea “la storia di imprevedibilità dell’Italia nell’applicare tasse sulla proprietà”. Meglio dunque concentrarsi sul versante del lavoro e delle aziende, ricordando comunque che “l’incertezza sulle fonti di finanziamento è un fattore negativo” per il profilo di credito di un Paese.
Secondo Moody’s la nuova legge elettorale avrà invece un effetto positivo sul rating del debito italiano, ma occorre che sia “accompagnata dalla riforma del Senato“. “L’effetto è riuscire a superare l’instabilità politica italiana”, ha detto Zaninelli, ricordando che “la politica è stata caratterizzata da coalizioni instabili e di breve durata per molti anni”. “L’importanza della riforma del Senato è sul processo di discussione parlamentare delle leggi”, che spesso hanno portato “a riforme non particolarmente efficaci e mirate rispetto ai problemi che avrebbero dovuto risolvere”.
Per quanto riguarda il Jobs act, Moody’s concorda con la premessa del Fondo monetario internazionale secondo cui per valutare il reale impatto della riforma occorre aspettare che si esauriscano gli sgravi fiscali per le assunzioni. Nel complesso l’opinione di Moody’s è positiva sui provvedimenti che riguardano l’armonizzazione contabile, la rinegoziazione del debito di Comuni e Province, la razionalizzazione delle società partecipate e la centrale unica degli acquisti. Sospeso invece il giudizio sulla riforma delle province, perché non è chiaro come saranno redistribuiti i compiti e di conseguenza gli oneri.