È l'appello che Bergoglio rivolge nel suo primo discorso sull'isola dove è stato accolto da Raul Castro. Appena sceso dall'aereo ha voluto rivolgere un saluto al presidente Fidel Castro. Francesco, nella sua storica visita, ha voluto celebrare anche l'inizio del disgelo con gli Stati Uniti, di cui sia Raul Castro che Barack Obama gli attribuiscono il merito: "È un segno del prevalere della cultura dell’incontro"
“Cuba percorra sentieri di giustizia, di pace, di libertà e di riconciliazione”. È l’appello che Papa Francesco ha rivolto nel suo primo discorso a L’Avana dove è stato accolto alla scaletta dell’aereo da Raul Castro. E proprio al fratello del presidente dell’isola caraibica, Bergoglio ha voluto subito inviare un saluto: “Vorrei chiederle, Signor Presidente, di trasmettere i miei sentimenti di speciale considerazione e rispetto a suo fratello Fidel”.
Ventuno salve di cannone hanno accolto il terzo Papa che arriva a Cuba dopo san Giovanni Paolo II nel 1998 e Benedetto XVI nel 2012. Francesco ha voluto subito fare suo “l’ardente appello” di Wojtyla “affinché Cuba si apra con tutte le sue magnifiche possibilità al mondo e il mondo si apra a Cuba”. Bergoglio, infatti, ha sottolineato che “geograficamente, Cuba è un arcipelago che si affaccia verso tutte le direzioni, con uno straordinario valore come ‘chiave’ tra nord e sud, tra est e ovest. La sua vocazione naturale è quella di essere punto d’incontro perché tutti i popoli si trovino in amicizia, come sognò José Martí, ‘oltre le strettoie degli istmi e le barriere dei mari'”.
Il Papa ha voluto celebrare anche l’inizio del disgelo con gli Stati Uniti, di cui sia Raul Castro che Barack Obama gli attribuiscono il merito. “Da alcuni mesi, – ha affermato Francesco – siamo testimoni di un avvenimento che ci riempie di speranza: il processo di normalizzazione delle relazioni tra due popoli, dopo anni di allontanamento. È un segno del prevalere della cultura dell’incontro, del dialogo, del sistema della valorizzazione universale sul sistema, morto per sempre, di dinastia e di gruppo. Incoraggio – ha aggiunto Bergoglio – i responsabili politici a proseguire su questo cammino e a sviluppare tutte le sue potenzialità, come prova dell’alto servizio che sono chiamati a prestare a favore della pace e del benessere dei loro popoli, di tutta l’America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero”.
Nel suo discorso il Papa ha ricordato anche che proprio nel 2015 si celebra l’80esimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche tra Cuba e la Santa Sede. “Oggi – ha affermato Bergoglio – rinnoviamo questi legami di cooperazione e amicizia perché la Chiesa continui ad accompagnare e incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze e nelle sue preoccupazioni, con libertà e con i mezzi e gli spazi necessari per far giungere l’annuncio del regno fino alle periferie esistenziali della società”. Francesco ha ricordato anche la coincidenza del suo viaggio apostolico con il primo centenario della proclamazione della Vergine della Carità del Cobre quale patrona di Cuba da parte di Benedetto XV. “Da quel momento, – ha sottolineato il Papa – ella ha accompagnato la storia del popolo cubano, sostenendo la speranza che custodisce la dignità delle persone nelle situazioni più difficili e difendendo la promozione di tutto ciò che conferisce dignità all’essere umano”.
Raul Castro, già nell’udienza privata con Francesco in Vaticano il 10 maggio 2015, aveva espresso la sua grande ammirazione per l’azione pastorale del primo Pontefice latino americano della storia: “Se il Papa continua così, tornerò alla Chiesa cattolica”. A Cuba Bergoglio visiterà tre città: L’Avana, dove come Wojtyla e Ratzinger celebrerà la messa nella plaza de la Revolucion con la gigantografia di Che Guevara, Holguin e Santiago. Poi il Papa lascerà l’isola caraibica per andare a Washington, New York e Filadelfia dove lo attendono i due importanti discorsi al Congresso americano e all’Onu.