Se da una parte si continuano a criticare le società per la poca attenzione verso i settori giovanili, dall’altra regna l’immancabile scetticismo sul valore reale dei nostri giovani. L’unica cosa da fare per fugare ogni dubbio, sarebbe quella di assistere alle partite dei campionati Primavera, Berretti o Allievi – solitamente a ingresso libero – perché potrebbero rivelarsi veramente appaganti dal punto di vista dello spettacolo e della qualità offerta in campo.
Certo, non sempre il gioco espresso crea entusiasmo, ma se un ragazzo possiede doti sopra la media è presto individuabile. Si tratta poi di capire se quelle stesse capacità sapranno esprimersi anche con una diversa cornice di pubblico, quando è necessario tenere a bada l’emozione, la tensione o il timore che una gara importante può suscitare.
Un ragazzo pronto a fare il grande salto (e che molti addetti ai lavori individuano come possibile talento emergente della Serie A) è Simone Minelli, un classe ’97, che per il suo modo di intendere il calcio e grazie ad una personalità pacata e un comportamento mai fuori posto, colmerà con disinvoltura il divario che esiste tra settore giovanile e prima squadra – ne sono certo – come già successo durante la sua prima apparizione con i grandi in Europa League lo scorso anno in maglia viola.
Minelli nasce a Carpi e si forma calcisticamente nella Reggiana. Dopo essere stato molto vicino a vestire la maglia dell’Inter (che in realtà ha indossato soltanto in prova per alcuni tornei estivi), viene tesserato dalla Fiorentina, svelta e attenta ad individuare nel piccolo Simone – ancora 14enne – qualità tecniche e fantasia al di sopra della media. È il campionato Giovanissimi Nazionali 2011/12 quando esplode il suo talento: 32 gol in campionato e conseguente promozione negli Allievi Nazionali. Ma la Primavera è vicina. Una sola comparsa (e 14 gol con gli Allievi) l’anno successivo per testare il salto di categoria. È nella scorsa stagione che Minelli prende il volo: 7 gol in campionato (più 1 durante le Final Eight) e altri 3 durante la Viareggio Cup, dove lascia emergere spesso le sue doti tecniche partendo da sinistra e saltando ripetutamente avversari di ogni calibro. Devastante nell’uno contro uno nonostante il fisico brevilineo, suo alleato all’occorrenza proprio nel dribbling e nello scatto breve palla al piede (per fisico e qualità, ricorda molto il napoletano Mertens).
Capace di giocate che lasciano a bocca aperta, come il gol che sblocca la gara con lo Spezia (nell’illustrazione) proprio al Viareggio: acrobazia al volo di tacco, spalle alla porta e da posizione angolatissima che sorprende il portiere in uscita. Complicato da descrivere, difficile da immaginare, impossibile da eseguire.
Gol, cambi di passo, assist e fantasia che hanno permesso al talentino carpigiano, allenato anche quest’anno da mister Guidi, di collezionare tutte le maglie azzurre dall’U15 all’U19. Per un giocatore che vive di acuti, forse l’unico aspetto da migliorare è la continuità nei 90 minuti.
In estate si è fatto avanti il Trapani chiedendo il prestito del giocatore, ma la Fiorentina ha rispedito la richiesta al mittente. E chissà che uno dei rinforzi chiesti a gran voce quest’anno dal popolo viola non possa essere proprio lui.