Il 24 settembre presso l’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Associazione dei Medici per l’Ambiente, Isde Italia, si celebrerà la 6° Giornata in Memoria di Lorenzo Tomatis deceduto a Lione il 21 settembre del 2007, con un convegno dal titolo: “Inquinamento ambientale e salute: quale futuro per le nuove generazioni in italia”
La preoccupazione verso l’infanzia e le generazioni a venire è stato uno dei temi da sempre più a cuore a Tomatis che già nel 1987 scriveva queste profetiche parole, leitmotiv della giornata: “La società nella quale viviamo, distratta fino alla smemoratezza, sembra non sapere più che per oltre un secolo i lavoratori di molte industrie chimiche e manifatturiere sono state le cavie involontarie per l’identificazione della cancerogenicità di composti chimici…ma le sostanze tossiche e pericolose non cessano di essere tali una volta uscite dalle fabbriche […] la deliberata spietatezza con la quale la popolazione operaia è stata usata per aumentare la produzione di beni di consumo e dei profitti che ne derivano si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone la componente più fragile che sono i bambini, sia con l’ esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche presenti nell’ acqua, aria, suolo, cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat”.
Aria, acqua, terra, i beni essenziali per la vita, erano già 30 anni fa considerati da Lorenzo Tomatis compromessi a causa di uno sviluppo miope e dissennato.
Mai ci soffermiamo a pensare che le centinaia di migliaia di sostanze chimiche immesse nel corso dell’ultimo secolo nell’ambiente sono ormai sistematicamente presenti in quasi tutte le matrici ambientali e non solo ne risulta compromessa la qualità di aria, acqua, suolo, ma la stessa salute umana ne è potenzialmente minacciata.
Centinaia di sostanze estranee anche tossiche e pericolose, quali diossine, Pcb, mercurio, piombo, nichel, arsenico, cadmio, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, pesticidi, ritardanti di fiamma etc. e numerosissime altre ancora si ritrovano infatti ormai stabilmente nei nostri corpi e passano dalla madre al feto nel periodo più cruciale della vita: quello dello sviluppo intrauterino. Tutto ciò può compromettere il fisiologico sviluppo dell’organismo attraverso modificazioni di tipo epigenetico, spesso transgenerazionale, e dare origine ad una serie di disfunzioni o malattie che si svilupperanno non solo nell’infanzia ma anche nella vita adulta.
Non solo quindi stiamo mettendo a repentaglio la nostra salute, ma anche quella delle generazioni a venire che, ovviamente, non hanno alcuna responsabilità per le condizioni dell’ambiente in cui si troveranno a vivere. Viviamo in un mondo affamato di energia, di combustibili, di petrolio, ma sembra che ci dimentichiamo che i primi, insostituibili “combustibili” di cui tutti noi, ma soprattutto i nostri bambini, hanno bisogno sono cibi sani, aria pulita, acque integre. Si tratta di beni primari, non inesauribili e purtroppo sempre più compromessi.
E proprio la contaminazione di aria, acqua, suolo sono l’oggetto delle relazioni del convegno in cui saranno infatti affrontati alcuni dei casi paradigmatici di inquinamento ambientale e salute del nostro Paese a cominciare dallo studio Sentieri, in cui è stato indagato lo stato di salute delle popolazioni residenti nei Sin (siti di interesse nazionale da bonificare).
Si parlerà anche delle ricadute della centrale a carbone di Vado Ligure, della situazione di Taranto e di quella della Sardegna che ha il triste primato del maggior numero di Sin del Paese. Verrà anche affrontato il tema della qualità delle acque: dalle presenza di pesticidi a quello che accade in un territorio sede di estrazioni petrolifere, ma anche quello della presenza di contaminanti con azione di interferenti endocrini negli alimenti o delle conseguenze sulla salubrità dei suoli degli impianti di digestione anaerobica di materiale organico.
Prevista anche una relazione sulle modifiche per gli inquinanti nei suoli e nelle acque introdotte dallo “Sblocca Italia”, mentre le ultime tre relazioni cercheranno di individuare possibili soluzioni attraverso sia la ricerca epidemiologica che gli strumenti giuridici.
Ci auguriamo che ricordare in questo modo, a distanza di 8 anni dalla sua scomparsa, Lorenzo Tomatis non sia quindi un mero atto celebrativo, ma l’occasione non solo per una riflessione condivisa su temi così cruciali, ma anche per una riscoperta del ruolo della Ricerca e della Medicina, che per Lorenzo Tomatis, non potevano avere altro fine che non quello della “difesa della salute pubblica e della dignità dell’uomo”.
Credo che in questi tempi, certamente non facili, il rigore etico, lo spessore scientifico e soprattutto l’umanità di Lorenzo Tomatis siano un punto di riferimento sicuro e un valore da non dimenticare.