Rispondo ai medici di medicina generale che in gran numero hanno commentato i miei post. Ribadisco le tesi di riferimento:
– abbiamo bisogno per tanti motivi e da tanti anni di riformare la medicina convenzionata altrimenti definita “riforma delle cure primarie”. Nessuno fino ad ora ha avanzato una proposta decente;
– abbiamo bisogno di ripensare il medico di medicina generale con una nuova formazione per metterlo in grado di governare la complessità del suo lavoro ma soprattutto per difendere la sua autonomia clinica
– abbiamo bisogno di ripensare la convenzione con la quale si definisce il rapporto retribuzione/ prassi perché in diversi casi (non tutti) ha causato separatezze, autoreferenzialità, sprechi;
– abbiamo bisogno di ripensare la quota capitaria perché non è più possibile considerare nessun tipo di retribuzione quale variabile indipendente dal lavoro effettivamente svolto. In diversi casi (non tutti) essa non garantisce risultati ne di economicità né di salute perché tende a deresponsabilizzare il medico. Rammento che la quota capitaria è nata per risolvere i problemi della notula, attraverso la quale i medici per guadagnare di più gonfiavano le prestazioni causando crescite ingiustificate di spesa. Oggi la quota capitaria non ha risolto le contraddizioni della notula.
Quali i commenti dei medici di medicina generale? Nessuno di loro si è confrontato nel merito dei problemi, tutti hanno manifestato una generale apologia dello status quo alcuni hanno auspicato un maggior approfondimento, i più gentili. Nonostante nei post siano stati usati e non a caso dei “quantificatori” diversi (“alcuni”, “molti”, ecc.) per evitare la generalizzazione la maggior parte dei commenti ha parlato come se i medici di famiglia fossero tutti uguali, bravi, onesti, e probi… con gli stessi massimali e gli stessi interessi. Sostenere che tutti i corvi sono neri quando ve ne sono “molti”, “diversi”, “alcuni”, di vari colori indebolisce la categoria e la discredita agli occhi dell’opinione pubblica. Vi sono medici ai quali bisognerebbe revocare la convenzione perché semplicemente non ne sono degni. Altri per fortuna non pochi che sono medici coscienziosi.
Molti commentatori infine hanno fatto ricorso al classico argumentum ad hominem (contro l’uomo) cioè una strategia retorica con la quale al merito dei problemi si risponde mettendo in dubbio la credibilità dell’interlocutore (è ignorante, non conosce, è incapace, è stato in Farmindustria è di sinistra, odia i medici di medicina generale ecc). Queste forme di screditamento peraltro usate anche da qualche dirigente Fimmg (Quotidiano Sanità, 27 maggio 2015 e 29 maggio 2015) ci dicono molto sui problemi reali dei medici e su quelli della loro classe dirigente. Ragionare ad hominem vuol dire essere a corto di argomenti.
Qualche considerazione:
– i problemi dei medici di medicina generale da alcuni anni si sono imposti all’attenzione della politica perché le condizioni finanziarie delle regioni sono peggiorate (vedi atto di indirizzo delle regioni del 2012);
– le Regioni hanno un sacco di problemi ma non hanno un pensiero riformatore per cui vogliono superare l’enclave della medicina convenzionata semplicemente trattando il medico come se fosse un dipendente pubblico;
– personalmente ritengo che una vera riforma della convenzione debba fare leva sull’autonomia del medico ma chiedendo in cambio delle contropartite da verificare;
– se come tutti dicono serve una riforma ma nessuno la fa e i problemi finanziari aumentano, allora l’apologia dello status quo nel tempo espone il medico a dei forti rischi di regressività come quelli che sono in atto con la scusa della appropriatezza e che ne stanno ridimensionando l’autonomia e il ruolo;
– i medici di medicina generale si trovano davanti ad un bivio: o essere controriformati e scadere nel paradosso del libero professionista senza autonomia o autoriformarsi ed essere liberi professionisti con un altro genere di autonomia.
Verso i medici di medicina generale non ho proprio nulla di personale a parte quell’antico amore che mi era stato insegnato da ragazzo da Mario Boni e dal mio medico di famiglia al quale portavo la borsa nelle sue visite domiciliari nelle baracche della “terra di nessuno” del mio Paese. Ho collaborato per anni con la Fimmg come il mio amico Mario Falconi può testimoniare. Ora i tempi sono cambiati e in peggio per cui può capitare che i consigli anche scomodi di un amico possano essere scambiati per quelli di un nemico. I nemici dei medici di base sono quelli che li vogliono ridurre a dei distributori di benzina. Per quello che mi riguarda vorrei un medico bravo autonomo e responsabile integrato nel sistema e pagato come merita. La Fimmg conosce bene le mie proposte e in particolare quella di “autore”.
Hume ha scritto che vi sono persone che a un graffio del proprio dito preferiscono il crollo del mondo. Siete voi queste persone? Spero di no. Ma so che quando non si hanno idee e non si sa dove sbattere la testa e la situazione si mette male può capitare che per difendere i propri interessi si sia disposti financo a sacrificare i diritti degli altri come quello all’universalismo (70° congresso Fimmg 6/11 ottobre 2014).
Mi fermo qui. Ora dobbiamo darci da fare per impedire che ci vengano imposti altri tagli di risorse.