Circa cinquecento persone non sono entrate per assistere al match tra la Roma e il Sassuolo. La questura ha annunciato denunce per manifestazione non autorizzata e Daspo per chi ha acceso fumogeni
L’ultimo capitolo è stato scritto domenica pomeriggio. Circa cinquecento persone della Curva Sud non sono entrate all’Olimpico per assistere al match tra la Roma e il Sassuolo, ritrovandosi davanti al palazzo del Coni per protestare. La questura della capitale ha risposto con un comunicato annunciando denunce per manifestazione non autorizzata e anticipando che chi ha acceso fumogeni, vietati anche nelle vie di accesso allo stadio, verrà colpito da Daspo. È arrivata a un punto di rottura la ‘battaglia’ tra le forze dell’ordine e il settore più caldo del tifo giallorosso. Dopo le polemiche estive dettate dalla divisione a metà delle curve grazie all’innalzamento di barriere per permettere un migliore controllo, secondo le intenzioni del prefetto Franco Gabrielli, la tensione è tornata a salire durante Roma-Juventus. Dopo la gioia per la vittoria dello scontro diretto, infatti, decine di tifosi romanisti si sono visti recapitare multe perché non avevano assistito alla partita nel posto assegnato, seguendola invece sui ballatoi o lungo le scale.
Il punto, stando alle immagini che circolano sul web, è che non sempre la mancata osservanza della legge è riconducibile alla negligenza degli spettatori. “Se si è deciso per una politica così rigorosa allora è giusto che anche i tifosi vedano rispettati i loro diritti. Tutti. Il club sa bene che non è così”, spiega l’avvocato Lorenzo Contucci prima di sciorinare casi limite. “Una persona è stata multata perché ha cambiato posto, dopo aver chiesto a uno steward di pulirlo, visto che il suo seggiolino era inservibile a causa della sporcizia. Ora si ritrova con un verbale da pagare, ma faremo opposizione. Un altro avrebbe dovuto seguire la partita con le gambe sollevate da terra, poiché il gradone inferiore era allagato”.
E all’Olimpico sussiste anche un problema di visibilità per tutti quei posti, non solo di curva, che si trovano nei pressi delle barriere divisorie tra settori. “Ho ricevuto almeno una cinquantina di mail di spettatori che si lamentavano per la visibilità limitata o l’inservibilità della seduta. Parliamoci chiaro: se da un posto x dello stadio vedo solo una parte del campo posso anche decidere di acquistare il biglietto, ma devo saperlo prima. La Roma invece non segnala nulla”, continua Contucci. La questura non ha però intenzione di ammorbidire la linea: “Non arretreremo di un passo. Stiamo cercando di portare all’Olimpico una logica di legalità che si persegue già allo Juventus Stadium – ha detto la scorsa settimana il capo di Gabinetto della Questura di Roma Roberto Massucci a Forzaroma.info – Il prossimo step è quello di sanzionare chi sosta indebitamente lungo le scale perché sono un presidio di legalità nell’interesse dell’incolumità delle persone”. Il piano, condiviso con le due squadre della capitale e con il Coni, prevede sette aree di intervento concordate in estate. Ma Massucci spiega che se Coni e club stanno facendo la loro parte è arrivato ora il momento dei tifosi: “Bisogna fare qualcosa in più sul tema, perché la concezione negativa che abbiamo dello stadio va modificata. Ultrà non è sinonimo di cattivo, a me dispiace che sia stata assunta questa posizione di rottura”.
Dall’altra parte l’avvocato Contucci, che da anni si occupa delle problematiche connesse al tifo, replica: “Mi sta bene che si parli di sicurezza. Allora però, e parlo per esperienza diretta, non si aprano solo quattro cancelli in occasione di Roma-Barcellona creando lunghe code in entrata e in uscita, lato Tevere. Non sono queste le condizioni in cui si va allo stadio. Ma per qualcuno l’aspetto più importante è la vetrata che divide le curve”. Resta l’obbligo di sedere al posto indicato nel biglietto: “Ammesso che sia possibile. Ho ricevuto pochi giorni fa un ragazzo di 18 anni che è stato multato per questo motivo. È venuto con il padre, che ha preannunciato la volontà di non abbonarsi il prossimo anno. Attenzione perché il passo tra reprimere la violenza e ottenere l’effetto opposto, ovvero allontanare i tifosi, è breve”.
Il giro di vite di questa stagione, del resto, non è una novità assoluta all’Olimpico. Volgendo lo sguardo agli anni passati non mancano casi limite finiti davanti a un giudice. Come quello del presidente di un club juventino che su commissione di tre soci aveva acquistato i biglietti per la finale di Coppa Italia dello scorso maggio. Pochi minuti prima del fischio d’inizio ha consegnato i tagliandi ai tre legittimi intestatari fuori dallo stadio. Sono intervenute le forze dell’ordine e lo hanno denunciato per bagarinaggio: 3300 euro e due anni di Daspo. Il Tar ha recentemente dato ragione al tifoso: aveva solo fatto un favore a tre suoi associati.